Lirica
FALSTAFF

Dietro le quinte

Dietro le quinte

Il 2013 ha visto a Jesi intrecciarsi la stagione lirica di tradizione e il festival Pergolesi Spontini con proposte assai interessanti e innovative e una chiusura nel segno della tradizione con Falstaff in omaggio al bicentenario della nascita di Verdi, spettacolo in coproduzione con il teatro di Sassari che Marco Spada ambienta in un teatro all'epoca umbertina senza tuttavia stravolgere il senso e il plot dell'opera. Infatti il regista sottolinea gli spunti comici con garbo ed efficacia e l'opera procede in un crescendo che culmina nel terzo atto, dove lo spazio ristretto viene ben gestito nei movimenti dei protagonisti e con la presenza del coro.

Il bravo Benito Leonori fodera il palcoscenico di tavole di legno grezzo come a ricordare l'essenzialità priva di orpelli del teatro e, al tempo stesso, ottenendo un effetto “camera acustica” di grande ausilio alle voci. Nel primo atto al centro lo specchio di un camerino chiaramente maschile, nel quale si muove Falstaff. Ma basta girarlo ed ecco il corrispondente femminile con Mrs Quickly. Il secondo atto passa dai camerini alla dressing room, dove si trovano i costumi e si provvede alle necessità sartoriali. Per il terzo siamo sul palcoscenico e gli abiti utilizzati sono presi dai magazzini e fanno evidente riferimento a opere conosciute. I costumi sono di Alessandro Ciammarughi; da segnalare il bell'effetto degli ombrelli bucati in varie tonalità di grigio, illuminati di fucsia da Fabio Rossi (splendide le sue luci in tutto lo spettacolo, essenziali nell'economia della messa in scena). In alcuni momenti le proiezioni su un velatino e sulla scenografia rimandano alle acque tumultuose del Tamigi, a una foresta fitta di tronchi, alla corteccia ruvida degli alberi.

Giampaolo Maria Bisanti dirige l'Orchestra Filarmonica Marchigiana con puntualità di tempi e cura del suono, privilegiando i richiami romantici della partitura invece che il calibrare l'orchestra sui timbri e i pesi vocali dei solisti e degli assiemi.

Nel ruolo del titolo Ivan Inverardi è poco panciuto ma imponente quanto serve in un allestimento che punta sulla coralità piuttosto che sulle componenti individuali; d'effetto la scelta registica di proporre Falstaff in vasca da bagno nell'incontro con la Quickly; il timbro del baritono non è troppo scuro e questo ne favorisce l'impostazione leggera e giocosa. Francesco Verna è un bel Ford, aitante e vocalmente apprezzabile per spontaneità e simpatia comunicativa. Chapliniano il Fenton di Fabrizio Paesano dalla voce leggera. Sfodera una marcata erre moscia il Cajus dandy e belloccio di Andrea Giovannini. Giusto vocalmente e attorialmente spassoso il Bardolfo ubriaco di Roberto Jachini Virgili in coppia con il Pistola di Carmine Monaco. Silvia Dalla Benetta è un'Alice leggera vocalmente e maliziosa attorialmente che non eccede in espressività ma si fa apprezzare nel complesso. Perfetta la Nannetta di Barbara Bargnesi. La voce scurissima di Romina Boscolo tocca le zone più abissali della partitura e conferisce particolare atmosfera a Mrs Quickly, seppure non abbia brillato per agilità. Daniela Innamorati, una giusta Meg, chiude il quartetto femminile. Puntuale la prova del coro lirico marchigiano preparato da Carlo Morganti.

Teatro praticamente esaurito, pubblico visibilmente divertito, nel finale molti e generosi applausi per tutti.

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