Finto o realmente trasandato, Falstaff oggi come ieri tenta di abbindolare le donne in uno spettacolo allestito con moderna semplicità e varietà.
Finto o realmente trasandato, Falstaff oggi come ieri tenta di abbindolare le donne in uno spettacolo allestito con moderna semplicità e varietà.
La burla di Shakespeare
Dopo ventisette opere, Giuseppe Verdi si ispira per la seconda volta ad una commedia, attingendo nuovamente a Shakespeare come aveva già fatto per il Macbeth e per l'Otello. E lo fa consegnandoci un'opera raffinatissima con un'orchestrazione che colora piacevolmente i personaggi. Lo spettacolo, prodotto dal Circuito Lombardo, inizia con il passaggio di un trenino a proscenio e Falstaff che dorme beato in un letto da ospedale indossando un camice da sala operatoria. Forse Falstaff sta sognando, come fanno i bambini, di giocare con quel trenino e quando si sveglia prosegue i suoi giochi con le donne. Che differenza c'è? Per lui nessuna, l'importante è divertirsi così come ha fatto Verdi nel comporre questa partitura.
La serata passa piacevolmente con i vari cambi di scena che scandiscono i diversi parchi giochi nelle fasi della vita: il club della giarrettiera con il biliardo, la spiaggia con i campi da tennis, la casa borghese anni ’60 di comare Ford ed infine il bosco dove Falstaff, a suon di botte, smette di ridere e forse ricomincia a sognare il suo trenino.
Gli interpreti
Alberto Gazale, al suo debutto in questo ruolo, è stato un Falstaff poco convinto dei panni che indossava. Il suo personaggio abbigliato come un novello Vasco Rossi con t-shirt nera serigrafata con l'immagine di Shakespeare sul petto, chiodo e capello lungo (forse unto) gli calzava poco. Ciononostante la sua prova è stata soddisfacente: voce calda e aderente alle necessità della partitura.
Di livello decisamente superiore Paolo Ingrasciotta nelle vesti di Mr Ford: bella voce calda e piena, articolata senza esitazioni e con un pizzico di ilarità quando il ruolo lo richiedeva. Sarah Tisba è stata una elegantissima Alice Ford; ha saputo riempire la scena con grazia ed eleganza in maniera del tutto naturale anche se il timbro di voce è stato talvolta debole. Maria Laura Iacobellis in Nanetta è stata decisamente la migliore tra le donne: ha saputo dipingere tutti i colori della tavolozza che Verdi aveva immaginato per lei. Voce dolce, avvolgente e soave ha saputo dosare il respiro fino all'ultima nota.
Bravi anche Pietro Toscano e Cristiano Olivieri rispettivamente nei ruoli di Pistola e Bardolfo. La direzione del maestro Marcello Mottadelli è stata forse poco carismatica e mancante dell'energia necessaria, recuperata almeno parzialmente nel coro finale. Spettacolo applaudito dall’elegante pubblico bresciano che ha quasi esaurito i posti in teatro.