Prosa
FANTASMI

"Fantasmi"

"Fantasmi"

Non tutti gli avventori se ne accorgono, ma i personaggi sono tra di noi. Si aggirano in platea, con le luci accese, nell'andirivieni del pubblico. Non parlano, ti fissano. Chi fosse stato così distratto da non accorgersi dei loro costumi (di Mela Dell'Erba) se ne accorgerà quando li vedrà salire sul palco, per sparire dietro le quinte.

Un'ottima, semplice idea per veicolare un tema centrale nella ricerca di Luigi Pirandello, pilastro del teatro mondiale a cui in gran parte si affida questo mash-up - per dirla con il linguaggio musicale - che compone quattro opere diverse.

L'introduzione è affidata a un estratto dei "Colloqui coi personaggi" in cui, tramite un carattere liquidato dal suo creatore, lo scrittore siciliano riflette ancora sul rapporto tra gli autori e le proprie creature. Nell'ora successiva, sulla scena si alternano e intrecciano tre atti unici. In "Sgombero" una ragazza madre (Margherita Smedile) sfoga il proprio dramma al capezzale del padre defunto, lo stesso padre che l'aveva disconosciuta per lo scandalo che aveva portato nella loro casa; in "L'uomo dal fiore in bocca" un uomo malato di cancro parla del suo rinnovato approccio all'esistenza, proprio in seguito alla diagnosi del male micidiale. Ai due pezzi pirandelliani, i registi affiancano il surreale "Totò e Vice", dove il commediografo Franco Scaldati tratteggia un'amicizia tra due uomini che travalica, con grande ironia, il confine tra la realtà e l'aldilà. Così si spiega il titolo della composizione, "Fantasmi": il tema è la reazione alla morte.

Considerando l'opinione diffusa secondo cui la premiata ditta Vetrano & Randisi porta avanti attualmente le migliori interpretazioni italiane di Pirandello, e considerando la riproposizione di questa ricetta nella nuova stagione, in seguito a un deducibile successo, le aspettative sono alte - e ciò rappresenta spesso un male, con la delusione pronta dietro l'angolo.
A causa del pastiche, la sintonizzazione con lo spettacolo non è immediata e solo quando si giunge al cuore dell'intramontabile "L'uomo dal fiore in bocca" si viene trascinati con entrambi i piedi nel dramma. Giusto in tempo perché, di lì a breve, il sipario cali.

Nonostante l'esigua durata e il disorientamento dettato dalla prima parte, l'invincibile fascino di Pirandello e le ineccepibili interpretazioni dei veterani del palco possono valere tutto il prezzo del biglietto.

Una nota di merito per il cast tecnico, che con un sapiente uso di pochi mezzi evoca bene i diversi scenari - tra cui una suggestiva stazione ferroviaria.

Visto il 03-12-2011
al Curci di Barletta (BT)