La pioggia spegne il fuoco di Faust

La pioggia spegne il fuoco di Faust

Matteo Ricci è stato l'uomo che con maggiore determinazione ed efficacia ha tentato di far comunicare due grandi civiltà, quella europea e quella cinese, che per secoli si erano ritenute autosufficienti. Gesuita (in un'epoca in cui essi erano uomini anche temerari che partivano verso i luoghi più remoti con l'intenzione non soltanto di convertire ma anche di capire chi vi abitava), Matteo Ricci patì in Cina traversie di ogni genere, ma riuscì ad offrire dell'Europa e della cristianità un profilo che si impresse profondamente nell'immaginario cinese, divenendo un tramite obbligatorio verso l'Occidente. Al fine di entrare con sottile precisione in un sistema psichico totalmente alieno, il maceratese utilizzò anche un'arte antica e segreta dell'Occidente, la mnemotecnica, elaborando un “palazzo della memoria” che doveva fissare indelebilmente alcuni punti essenziali della dottrina cristiana. Intorno alle immagini di quel “palazzo” Jonathan Spence ha costruito un libro pubblicato da Adelphi (“Il palazzo della memoria di Matteo Ricci”) che ci invita ad intraprendere un viaggio in compagnia di Matteo Ricci, al quale è dedicata la stagione lirica 2010 di Macerata curata da Pier Luigi Pizzi, intitolata “A maggior gloria di Dio”.

Dopo l'apertura con il “Vespro della Beata Vergine” di Claudio Monteverdi, scritto nel 1610, medesimo anno della morte di Matteo Ricci, e con la conferenza teologica-filosofica di Massimo Cacciari (recensioni presenti nel sito), il debutto nell'arena neoclassica di Aleandri spettava al Faust di Gounod, un nuovo allestimento la cui prima recita è stata cancellata per le avverse condizioni atmosferiche.
I possessori di biglietto possono chiedere il rimborso al box office, oppure spostarsi in altra replica (3 e 7 agosto), oppure ancora accedere a una della altre opere in cartellone, “La forza del destino” e “I lombardi alla prima crociata”.