Prosa
FEDRA

Quando l'amore è furore

Quando l'amore è furore

E' un’Afrodite elegantemente di rosso vestita (Anna Coppola), ma ferita e segnata dal tempo, a introdurre al pubblico quel furore amoroso, degenerante in pazzia, che muove il cuore di Fedra (Laura Marinoni).
La dea intende, attraverso la vendetta, riaffermare la supremazia divina sul destino degli uomini e dunque rende la sposa di Teseo (Luca Lazzareschi), re di Atene - disperso nel regno dei morti, dal quale si pensa non farà più ritorno - ardente di desiderio verso Ippolito (Fabrizio Falco), figlio di primo letto di suo marito.
Il giovane, discendente della regina delle amazzoni, attratto dalla natura selvaggia, devoto alla caccia (e quindi ad Artemide) e distaccato dai legami affettivi, odia le donne respinge l’offerta della regina, che mediterà contro di lui una feroce vendetta di cui sarà artefice l’ignaro Teseo. L’intreccio si compie fino alla morte violenta di Ippolito e al suicidio di Fedra.

L’allestimento di Andrea De Rosa è basato sulla tragedia di Seneca, integrata  con alcune sue lettere e con estratti dall’Ippolito di Euripide. Al centro della scena, una teca trasparente, quasi accecante, una sorta di “prigione” in cui  i protagonisti si rinchiudono per svelare al pubblico attraverso la parola e il dialogo cio che è impenetrabile.

Intensa come sempre, Laura Marinoni esprime con la propria voce quel furore che pervade Fedra fino a spingerla a un desiderio incestuoso, in bilico tra eccesso di passione e volontà da tenere a freno.
Intensi anche tutti gli altri protagonisti, da Luca Lazzareschi a Tamara Balducci, nel ruolo della nutrice di Fedra. Fabrizio Falco si conferma una delle “giovani promesse” più interessanti e duttili delle utime stagioni; però ci si chiede se e quanto possa “cambiare pelle” con la disinvoltura finora dimostrata.

Un intrico di microfoni ad asta rappresenta il mezzo  con il quale, grazie alla parola, si compie la vendetta di Afrodite; tuttavia, le atmosfere sonore di Gup Alcaro, pur rispecchiando la visceralità dei lati nascosti dell’animo umano, in questo specifico contesto risultano ridondanti e amplificate all’eccesso.

Visto il 14-02-2017