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FIES FACTORY ONE (SECONDA SERATA)

La seconda serata dedicata al…

La seconda serata dedicata al…
La seconda serata dedicata alla crew di Fies Factory One si è aperta con La timidezza delle ossa della giovane compagnia veneta Pathosformel, una coreografia/performance suggestiva e unica nel suo genere. Un telo bianco di pvc, teso e incorniciato alla parete di quinta, ravvicinata al proscenio, divide la scena da chi è venuto a vederla. Una superficie ininterrotta che non permette alcuna visione in trasparenza. Lo spettacolo inizia con questo telo immacolato. Un'attesa che cresce finché appare una forma impressa sul telo, dal retro, un punto che sembra voler lasciare un segno indelebile o addirittura forare il telo. Al primo punto ne seguono altri, impressi in maniera più veloce. Il pvc è elastico e non tiene i segni di quel che da dietro vi viene temporaneamente impresso. Poi i punti diventa forme più complesse, si distinguono quelle che sembrano, guidati anche dal titolo della performance, delle falangi, ossa di una mano delle quali risaltano alla luce le forme sfumate delle proprie sporgenze. Sulla superficie bianca emergono, per poi scomparire e riemergere di nuovo, parti di corpi umani, schiene, con le singole vertebre sporgenti, bacini, due enormi seni, un piccolo pube (maschile?), resti umani, frammenti che affiorano imponendosi in un temporaneo rilievo, che sembra nascere dalla materia lattea del telo di pvc, che si deforma momentaneamente per tornare ogni volta al suo indifferente stato originario. Da principio i frammenti appaiono singolarmente, arrivando in seguito a ricomporre l'immagine intera di un corpo umano, che si muove, scivola, cade, cerca di oltrepassare il telo, emerge e svanisce in un movimento ritmico, ora nervoso, ora sinuoso. Vastissime le implicazioni, le evocazioni: da quelle dell'arte contemporanea (come non ricordare le tele strappate di Fontana?) per cui ogni forma emersa è una composizone astratta, a quelle umane (queste ossa che si ricompogoo mentre la musica, puntiforme, in alcuni momenti mima il suono di ossa rotte, di cose fatte a pezzi) alla presenza di un corpo spolpato, di un resto semi-umano, queste forme che non si rapprendono e paiono un tentativo di scrittura che non riesce a fissarsi sul telo. La scelta coraggiosa dei due autori è quella di non dare un andamento narrativo a queste composizioni bensì di seguire la scansione alogica dell'inconscio, del pensiero libero. Uno spettacolo di pura visione, suggestione, che intender non la può chi non la prova. Eccone un estratto video Il telo elastico vibra e la luce che lo illumina crea delle forme ricordando il movimento browniano, la vita primordiale, l'uomo e la donna allo stato fetale... Un lavoro di ricerca efficace e intelligente. I due giovani animatori/ coreografi devono uscire più volte richiamati dagli applausi tributati loro dal pubblico entusiasta. Il secondo spettacolo della serata è Post-it della compagnia fiorentina Teatro Sotterraneo un collettivo di ricerca teatrale fondato di cinque giovani di diverse provenienze artistiche (danza contemporanea, teatro, performing art, scrittura creativa e canto) che collaborano alla costruzione di oggetti artistici. Subito prima dello spettacolo uno dei performer annuncia l'improvvisa scomparsa di qualcuno a loro caro e chiede al pubblico di osservare un minuto di silenzio. Ma già solo qualche secondo dopo si affretta a dare il via allo spettacolo. In uno spazio delimitato da teli neri tesi nel quale interagiscono 4 performer che entrano ed escono da alcuni tagli verticali (invisibili) fatti ai teli. Prima da soli poi accoppiati e collegati da una rigida legge simmetrica: Se qualcuno esce dalla scena attraverso il telo col piede destro dalla quinta di destra qualcun altro entra dalla quinta di sinistra con lo stesso piede. Come sentitisi spiati i performer si fermano, si girano, scrutano, coinvolgendo il loro doppio in una vero e propri gioco delle simmetrie ancora di più difficile esecuzione, condotto con una precisione sorprendente. Poi l'interazione tra i performer si sviluppa, ci si scambia regali (moltiplicati dall'effetto simmetria), qualcuno fa un dispetto e distrugge un regalo col minipimer. Qualcun altro regala in cambio bombe a mano. Qualcuno muore, le sue viscere entrano sul palco da uno dei tagli ai teli, e mentre a turno i performer si sbilanciano in un resoconto in perfetto stile retorico da tg (o da comunicato stampa delle segreterie politiche) nel quale si afferma l'impossibile, cioè la guarigione di chi ormai è ridotto a pezzi i suoi resti di carne vengono fatti sparire sotto gli occhi dello spettatore. Poi è la volta di un dialogo spiato tramite microfoni, fatto in codice, svelato dispettosamente da uno dei performer che mostra dietro le quinte, i due attori impegnati nell'esecuzione del dialogo.Uno dei performer chiama sul cellulare un amico, e, mettendolo in vivavoce, gli chiede cosa sia per lui la "fine". Esitando nel dare una risposta adeguatamente profonda, l'amico è invitato a lasciare, entro il quarto d'ora che lo separa dalla fine dello spettacolo, una definizione di "Fine" sulla segreteria telefonica. Al funerale del morto partecipano tutti ora nel ruolo di astanti commossi ora in quello di salma (una delle quali suggerisce la propria omelia all'officiante). Si arriva così alla composizione finale di un quadro/esposizione d'arte composto da un morto, incellofanato sul pavimento con una serie di oggetti, un salvadanaio rotto, un castello di sabbia disfatto, una pianta sciupata, composizione preparata a vista dai performer (tranne quello che interpreta il cadavere) che una volta completato rimane esposto in scena per qualche minuto per poi essere trascinato via (letteralmente), posando su un telo di plastica precedentemente steso, e inghiottito dietro il telo nero di fondo. Durante gli applausi viene controllato il cellulare ma l'amico non ha lasciato nessun messaggio con la definizione di fine. Un lavoro sorprendente (forse con qualche lungaggine nella parte del funerale...) fatto da un gruppo di giovanissimi molto affiatati. Uno spettacolo nel quale confluiscono in maniera davvero intelligente danza, performing art e teatro, venato di una sottile ironia sostenuto da un rigore ferreo della ricerca artistica. Un gruppo da seguire con curiosa attenzione. Applausi garantiti anche per loro mentre il pubblico resta in sala. non vuole andar via. sperando di vedere altri lavori di questa crew sbarcata a Roma per sorprendere. Ma per essere accontentati bisognerà aspettare il mese di maggio quando Fies Factory One approderà al teatro Valle (per chi volesse conoscere le date e gli spettacoli può cliccare qui.
Fies Facotry One - seconda serata - La timidezza delle ossa Daniel Blanga Gubbay, Francesca Bucciero, Paola Villani e con la collaborazione di Milo Adami in collaborazione con FIES Factory One e Sezione Autonoma - Teatro Comandini, Cesena di Daniel Blanga Gubbay, Francesca Bucciero e Paola Villani - con la collaborazione di Milo Adami Post-it creazione collettiva Teatro Sotterraneo in scena Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri elaborazione drammaturgica Daniele Villa assistenza tecnica Alessandro Ricciardelli, Marco Santambrogio realizzazione scene Camilla Garofano, Giovanna Moroni col sostegno di Teatro Studio di Scandicci - Scandicci Cultura in collaborazione con Teatro della Limonaia coproduzione Drodesera>Centrale Fies Roma, Teatro Palladium 19 Aprile 2009
Visto il
al Palladium di Roma (RM)