Prosa
FILUMENA MARTURANO

Scritta nel 1946 - ispirandos…

Scritta nel 1946 - ispirandos…
Scritta nel 1946 - ispirandosi a un fatto di cronaca - da Eduardo De Filippo per la sorella Titina, “Filumena Marturano” è una commedia che come il buon vino invecchiando migliora. Dopo le molte edizioni teatrali anche in varie lingue e le trasposizioni filmiche e televisive, la celebre commedia ritorna sul palcoscenico interpretata da Luca De Filippo e Lina Sastri. Nell’incipit, la matura popolana analfabeta, ma resa dotta dalla vita, dalla loquela esclusivamente dialettale, determinata, perseverante e ostinata come forgiata a una scuola di alta logica costruita sulla forza del sentimento, ex-prostituta mantenuta per numerosi lustri da Don ‘Mimì’ Soriano - ricco commerciante napoletano con cui ha convissuto fungendo da vera moglie - ma redenta e dotata di forti e solidi e autentici valori come il senso materno e l’aspirazione all’unità familiare, subisce le ire di quest’ultimo costretto a sposarsi con l’inganno, ma deciso a ripudiare tali nozze. La reazione della donna tra il ragionato e il passionale farà cambiare idea al maturo signore grazie a uno sfogo/confessione in cui tra l’altro emergerà la sua dignità di madre di tre figli (“che rappresentano, come precisato dallo stesso Eduardo, le tre forze dell'Italia: l'operaio, il commerciante, lo scrittore”) di cui uno di Don Mimì che, dopo avere cercato vanamente di individuarlo, si arrenderà alla filosofia (i figli sono tutti uguali) di una lottatrice fantastica che affascina le platee di tutto il mondo per la forte carica umana ed emotiva del suo affetto materno Francesco Rosi tiene le fila di questa celeberrima ‘storia d’amore’ che affronta temi sociali quali la prostituzione e i figli illegittimi (N.N. come venivano definiti), argomento scottante per Edoardo - per la sua esperienza diretta di figlio illegittimo di Eduardo Scarpetta - e per la società che lo dibatteva allora tanto che un anno dopo la prima rappresentazione dello spettacolo viene sancito dall’Assemblea Costituente il diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare anche i figli nati fuori dal matrimonio. Interessante, misurata e piacevole l’interpretazione di Luca De Filippo, non altrettanto si può dire di Lina Sastri che si esprime in un dialetto chiuso e ostico (forse per accentuare l’aspetto popolano della protagonista, ma con esiti negativi) privando il pubblico del diritto/piacere di godere di un dialogo comprensibile. Divertenti e gradevoli le caratterizzazioni della serva/amica e dell’avvocato, uomo di fiducia di Don Mimì in uno spettacolo che evoca un grande teatro. Milano, Piccolo Teatro, 25 novembre 2008
Visto il
al Savoia di Campobasso (CB)