Musica
FIVE VERSION OF DARKNESS

Intrigante pomeriggio musi…


	Intrigante pomeriggio musi…

Intrigante pomeriggio musicale nell’Aula Magna della Sapienza per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti. Un concerto di Emanuele Arciuli è sempre una suggestiva avventura, un viaggio affascinante tra le mille curve suggerite dal tema del programma: Five versions of darkness. Si inizia con Robert Schumann con Gesange der Fruhe op. 133, cinque brevi brani legati caratterizzati da un fondo drammatico e cupo, in cui gli incubi notturni non riescono a essere sconfitti dall’alba incipiente. Anche qualche accenno di speranza espresso con una melodia lieve e sentimentale risulta poi frustrato e l’eleganza del fraseggio sembra non riuscire a trovare un approdo certo. Si resta come sospesi tra la fine dell’oscurità e la luce del giorno che non si decide a splendere. Il secondo brano è Perduto in una città delle acque di Salvatore Sciarrino, concepito durante il soggiorno a Venezia in visita all’amico compositore Luigi Nono, gravemente malato. L’atmosfera suggerita è di quiete riflessiva e drammatica, note isolate e prolungate, suoni prodotti nei registri estremi alternati a grappoli improvvisi al centro della tastiera: grande suggestione. E’ poi la volta di Franz Liszt con Après une lecture de Dante - Fantasia quasi sonata: qui alle prese con i chiaroscuri lisztiani il nostro pianista ci offre una interpretazione di grande energia che rende perfettamente l’intenzione compositiva, un clima drammatico e violento, realmente “infernale” con l’alternanza di movimenti vivaci e decisi che interrompono momenti di intima passione fino alla solennità degli accordi finali. Dopo l’intervallo è la volta di un brano tratto da un progetto dello stesso Emanuele Arciuri che nel 2000 ha invitato un gruppo di compositori a confrontarsi con il famoso standard jazz 'Round midnight di Thelonius Monk. Tra gli artisti che hanno partecipato al progetto, nel concerto odierno viene presentato Eine Kleine Mitternachtmusik di George Crumb, si tratta di nove variazioni sul magico  tema, eseguite oltre che sulla tastiera, con interventi anche sulla cordiera. Il clima rimane vicino al jazz, ma emergono anche nuove sonorità, riferibili alla ricerca estetica dei nostri giorni. L’ultima opera in programma è Szabadban (All’aria aperta) di Bela Bartòk, una suite di cinque pezzi in cui si cerca di ricreare l’essenza più segreta della natura, si alternano tratti percussivi a più serene armonie, nebbie impressioniste a esplosioni selvagge. Emanuele Arciuli, oltre ad aver suonato magistralmente, ha illustrato con grande efficacia le musiche in programma facendo emergere il legame ideale tra i brani, tutti in qualche modo espressione delle inquietudini dell’oscurità. Il pubblico della IUC  ha tributato calorosi applausi al valente pianista, che ha ripagato, tanto per restare in tema, con una bella esecuzione di un Notturno di Chopin.

Visto il 23-01-2016