Uno spettacolo da vedere. Un allestimento dalla cifra stilistica completamente rinnovata, tutti gli interpreti, dimostrano di aver acquisito maggior consapevolezza, sviluppando interessanti sfumature interpretative.
Dopo il successo di pubblico della scorsa stagione, il musical Flashdance - tratto dalla pellicola cult della Paramount Pictures - quest’anno raggiunge i teatri italiani nella versione tour, nuovamente firmata da Stage Entertainment.
Un allestimento dalla cifra stilistica completamente rinnovata, in cui le coreografie 2.0 di Marco Bebbu e le vibranti orchestrazioni curate da Angelo Racz arricchiscono la scrittura originale del film, attualizzando fedelmente energia, suoni, colori e atmosfere tipicamente riconducibili agli anni Ottanta. I testi delle hit più famose (What a Feeling, Maniac, Gloria, Manhunt, I Love Rock’n’ Roll) sono mantenuti in inglese.
La scenografia di Gabriele Moreschi non rappresenta un’epoca, ma, nella sua essenzialità sostiene l’energia che si sprigiona sul palcoscenico ed è funzionale all’universale voglia di riscatto che è il motore di tutto lo spettacolo.
A livello drammaturgico non siamo di fronte a un titolo per il quale -a monte, nella versione originale- ci si strapperebbe i capelli, ma in questo caso va riconosciuto che il lavoro di traduzione e adattamento svolto da Chiara Noschese ha trasmesso a questo prodotto un appeal inaspettato, anche dal punto di vista registico, concentrandosi sul potenziale emotivo e dinamico dei personaggi presi singolarmente, ma anche in coppia.
Tra conferme e new entry
Valeria Belleudi (Alex Owens) e Lorenzo Tognocchi (Nick Hurley) sono due protagonisti completi e risultano -soprattutto nei duetti- l’evidente “valore aggiunto” dello spettacolo. Lei incarna adeguatamente un’eroina contemporanea, sprigionando dal proprio corpo un’infaticabile energia, supportata da doti interpretative e vocali convincenti; lui, in un primo momento, sembra affidarsi a una recitazione timida, che sembra stridere con un timbro vocale avvolgente , ma nel corso dello spettacolo ispira nello spettatore un graduale senso di fiducia, dimostrando di saper costruire il proprio personaggio con motivata passionalità.
In generale tutti gli interpreti, a partire dall’ensemble, dimostrano di aver acquisito maggior consapevolezza, sviluppando interessanti sfumature interpretative, sostenute da un’energia insolita per una produzione in tour e ancora maggiore rispetto a un allestimento stanziale. Altea Russo (Hannah) e Lorena Crepaldi (Louise/Mrs. Wilde) sono una coppia perfetta, in grado di suscitare momenti di assoluta ilarità e commozione, anche in una consapevole e coerente declinazione caricaturale.
Elisa Lombardi veste ancora una volta i panni di Gloria, restituendo al pubblico un’interpretazione in cui la grinta cede il passo a moderati picchi di rabbia e rimpianto: sentimenti evidenti soprattutto nell’esecuzione dell’omonima hit, resa celebre in Italia da Umberto Tozzi.
Michel Altieri risolve efficacemente il potenziale “evil” del ruolo di C.C. appropriandosi letteralmente della scena, grazie a un incedere disinvolto e al magnetismo di sguardi, rivolti dentro e fuori la scena, nei momenti giusti. New entry nel cast, Flavio Gismondi, che con la sua recitazione spontanea, unita a un’adeguata capacità di improvvisazione, rende il personaggio di Jimmy autentico nell’incarnare una rivalsa sempre possibile, nonostante la consapevolezza dei propri limiti.
Uno spettacolo da vedere per rimanere stupiti di come un allestimento in tour possa riservare anche maggiori sorprese rispetto al debutto in lunga tenitura.