Danza
FONDLY DO WE HOPE... FERVENTLY DO WE PRAY

Il fantasma di Lincoln

Il fantasma di Lincoln

"Fondly do we hope… Fervently do we pray" è l'ultima creazione di teatro-danza nato due anni fa dal genio poliedrico dell'artista americano Bill T. Jones, coofondatore con Arnie Zane dell'omonima Compagnia ospite della rassegna ParmaDanza 2011.

Il tema impegnativo, ma reso con strabiliante ed efficace semplicità, è quello della vita di uno dei padri della storia e dei diritti civili americani, Abraham Lincoln, visto non con l'occhio asettico di un biografo ma con quello ammirato di chi si vuole soffermare sul lato umano di una persona sì grande ma pur sempre "un uomo del suo tempo", quindi imperfetto anche se capace di una crescita e di un cambiamento straordinari, nel nome di ideali mai rinnegati.

E' una vera e propria dichiarazione d'amore del coreografo per " l'uomo" Lincoln, un uomo che torna dal passato per ricordarci, tramite il confronto con quattro biografie anonime (a parte quella che corrisponde alla vita di Jones stesso) di americani contemporanei, che era uno dei tanti come noi e che a noi tocca proseguire il cammino da lui iniziato e indicato e che, a nostra volta, dovremo indicare e lasciare in eredità ai posteri. Le vite umane come una lunga catena, insomma: non causale, ma consapevole e voluta.

Undici danzatori si pongono come ottimi interpreti delle parole di Lincoln, evidenziandone il significato con movimenti perfettamente sincronizzati, mentre due cantanti e due musicisti propongono una colonna sonora (fatta da brani della tradizione americana: spirituals, composizioni classiche e musica contemporanea) che rinforza i continui collegamenti tra passato e presente.
Le due scenografie di Bjorn Amelan sono di grande effetto: la prima è dominata da quello che lo stesso Jones chiama "Il Maelstroem" (il vortice), ovvero un enorme cilindro di tela su cui vengono proiettati testi ed immagini, a simboleggiare il caos della Guerra Civile; la seconda è costituita da sei colonne bianche classicheggianti tra cui le figure si muovono come fantasmi.
Il ritmo dello spettacolo è incalzante e accompagna gli spettatori in un viaggio di un'ora e mezza tutto di un fiato, senza mai fare avvertire il bisogno di una pausa che rischierebbe di spezzare la magia evocativa della scena.

Pubblico numeroso, grandi applausi per tutti alla fine.

Visto il
al Regio di Parma (PR)