Brook e l’ironia dolceamara di Beckett
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con Sizwe banzi est mort, Peter Brook torna alla Tosse con un nuovo spettacolo, creato in realtà in occasione di Paris – Beckett 2006 per celebrare il centenario della nascita dello scrittore irlandese.
Fragments, recentemente insignito del Premio Ubu come miglior spettacolo straniero presentato in Italia, è uno spettacolo che il regista ha originariamente concepito in francese per poi riallestirlo in lingua inglese in collaborazione con la compagnia londinese Young Vic Theatre.
Quattro atti unici, cinque testi per uno spettacolo che dura poco più di un’ora e che ci conduce per mano nell’universo beckettiano. Un pianeta popolato di personaggi, di barboni, di vecchie signore che ripetono all'infinito gli stessi gesti, le stesse parole in una scena spoglia, sgombra di qualsiasi accessorio che non sia una panca, una sedia, un violino, e pochi altri oggetti.
Brook mette in scena una scelta di frammenti di Beckett e lo fa rispettando fedelmente quel senso di drôlerie e di comicità che ci permette di cogliere l’autenticità della destinazione comica come ci suggerisce Alain Badiou nel suo breve saggio su Beckett “L'increvable désir".
Nella prima delle quattro storie che compongono l’antologia di Frammenti scelta da Brook, Rough for Theatre I, i due personaggi condividono la loro miseria e la loro sofferenza. Si incontrano e si cercano nell’incapacità di comprendersi, di ascoltarsi e di comunicare.
In Rockaby, la brava Hayley Carmichael osserva la vita degli altri e ripete in modo quasi ossessivo le stesse frasi, ciondolando sulla sua sedia come fosse un dondolo. Una litania profonda e malinconica in cui il riso si mescola amaramente all’infinita tristezza.
Un pubblico decisamente divertito ride con Act without word II, dove l’esilarante Antonio Gil Martinez e l’ironia composta di César Sarachu ci trascinano in un delirio di comicità a metà strada tra la Commedia dell’Arte e il mimo.
Clowns beckettiani che oppongono alla miseria della condizione umana, alla loro menomazione fisica, alla loro solitudine, un’ironia sincera, una comicità autentica e distaccata, un umorismo strepitoso.
L'ultima scena, Come and Go, riunisce i tre attori e ci regala ancora una volta dei momenti di pura comicità; tre vecchiette alle prese con i ricordi del passato e con divertenti e spassosi siparietti che le vedono protagoniste.
Tre attori validi, dotati di una straordinaria precisione e di una complicità davvero strepitosa. Nessuna sbavatura, nessun gesto di troppo per uno spettacolo che diverte e commuove al tempo stesso.
Teatro al completo e pubblico in delirio.
Genova, Teatro della Tosse 17 aprile 2009
Visto il
al
Della Tosse
di Genova
(GE)