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GENT DE RINGHERA

L'arte di Marchetto torna in Italia

L'arte di Marchetto torna in Italia

Dire di Ennio Marchetto che è un trasformista significa limitarne il genio. Marchetto è un attore completo che ha trovato una formula semplice per fare spettacolo attraverso i personaggi che interpreta. Ne sceglie una canzone famosa (non sono sempre  cantanti, ma la canzone è il mezzo tramite il quale si manifestano) e li impersona andando in playback.
Vestito di una calzamaglia nera, su fondo nero, usa delle silhouette di carta e cartone tramite le quali trasformarsi in persone ma anche in gruppi (cori), coppie e dipinti. Opportunamente manipolate, le silhouette, che si stagliano sul nero della scena, sono impiegate anche per rendere  parti del corpo (strisce di cartone curvato diventano un generoso décolleté), acconciature od oggetti di scena che contribuiscono all'interpretazione del personaggio scelto.
Non si tratta di una semplice impersonificazione. Ennio Marchetto rilegge i personaggi che interpreta, ne identifica tic e caratteristiche fisiche, esagerandoli quel tanto che gli permette di farne il perno di una rivisitazione ironica e colta. Con una sottile irriverenza coniugata secondo la sensibilità camp Marchetto riproduce movenze, linguaggio del corpo, modo di danzare dei personaggi che interpreta. Tutto parte dalla voce che sostiene con una mimica facciale potente e il costume (la silhouette) segue quell'ispirazione mentre l'interpretazione opera un discorso sul personaggio, a volte una dichiarazione d'amore (come nel caso di Ella Fitzgerlad, posta sulle spalle di Louis Armstrong) altre volte  una constatazione critica (i tecnicismi eccessivi di Whitney Houston che ripete gorgheggi all'infinito finché Ennio non stacca, letteralmente, la spina, anch'essa in silhouette), senza tralasciare l'esagerazione dal risvolto comico (i capelli di Raffalla Carrà, il serpente che esce dal costume di Tina Turner, il vestito di Celine Dion, che ritrae con dalle grosse orecchie, che si trasforma in transatlantico, mentre Cher inizia a cantare nei panni (anzi nei rotoli) di una mummia e alla fine si trasforma nel robot di Guerre stellari.
Nessuna interpretazione vuole essere però solamente un parodia: Ennio è un attento conoscitore dei personaggi che interpreta e se prende, per esempio, in giro Mina, allestendo sul suo pingue corpo una tavola imbandita con ogni ben di dio, lo fa citando le copertine  dei suoi dischi (Ridi pagliaccio per la torta che ha in testa, Baby Gate per una rosetta che mangia con avidità, il primo sito web della cantante per i colori della tovaglia su cui imbandisce il cibo).
La comicità di Marchetto non è mai fine a se stessa ma è sempre allusiva di qualcos'altro.
Ennio infatti non si limita a interpretare cantanti ma cerca per certe canzoni dei veri e propri percorsi narrativi nei quali la canzone diventa occasione per dare modo al suo estro creativo di spaziare in altre direzioni:  Freddy Mercury è preceduto  dalla regina Elisabetta che saluta i sudditi, per la canzone Venus si presenta in scena come Gioconda leonardesca, e la sua mimica, nel rettangolo che riproduce fedelmente il quadro, è sublime.
Ancora, la Venere di Botticelli coi fluenti capelli che coprono il pube introduce Non sono una signora di Loredana Bertè (ed ecco che da quel che emerge da sotto i capelli fluenti il ritornello acquista un inedito significato...
Insomma l'intelligenza di questo artista sta nel coordinare mimica, danza, costume di carta con la storia e il vissuto dell'artista del personaggio o della canzone ritratti, in una performance unica, veloce, icastica che Ennio esegue spesso in contrapposizione: Renato Zero si trasforma in Orietta Berti, Kyle Minogue in Suor Sorriso, Biancaneve in Renato Zero, manipolando, aprendo, ruotando i costumi di carta che si trasformano sempre in qualcos'altro a volte arrivando a quattro diverse trasformazioni su di una stessa silhouette di base.
50 personaggi, cambi compresi, interpretati nell'arco di un'ora, in uno spettacolo che richiede al suo interprete uno sforzo notevole, che Ennio Marchetto esegue con una invidiabile nonchalance dato che non ha più vent'anni.
Uno spettacolo mai uguale a se stesso perchè gli stessi personaggi evolvono nel tempo (e cambiano anche in base al paese in cui si esibisce) nel quale Ennio è sostenuto dall'olandese Sosthen Ennekam che contribuisce a realizzare i costumi e cura le luci e la parte audio (importantissima anche negli inserti sonori che sostengono la verve creativa di Marchetto: dalla spina staccata di Whitney al rumore di una bambola gonfiabile che si sgonfia)
La creatività di Marchetto è unica, inconfondibile ed è apprezzata in tutto il mondo da quando nel 1990 il suo show riscuote successo al Fringe Festival di Edimburgo, ricevendo nel tempo numerosi premi dal Laurence Olivier Award al Drama Desk Award (nomination "Unique Theatrical Experience" dei teatri "off-Broadway" di New York) dal Garland Award (Miglior Costumi teatrali, Los Angeles) al Sebastià Gasch (Premio della Stampa, Barcelona).
Molto apprezzato all'estero, in patria Marchetto, pur amato da un pubblico numeroso che lo segue sempre (e che lui incontra portando la sua tournée anche  nei piccoli centri di provincia), è poco conosciuto dal grande pubblico, quello che a teatro va poco e resta magari sempre davanti la tv. Una delle conseguenze di un Paese il cui Governo dedica alla cultura un decimo degli sforzi e dei finanziamenti impiegati dagli altri paesi europei.

Ennio from Ashley Hart on Vimeo.

Visto il 08-02-2011
al Italia di Roma (RM)