Prosa
GERIATIC SHOW

Elio Pandolfi o del teatro italiano

Elio Pandolfi o del teatro italiano

Una serata indimenticabile quella che Elio Pandolfi, classe 1926, ha regalato al pubblico nutrito che lo è venuto a vedere, sentire e omaggiare.
Oltre due ore tra ricordi, aneddoti, canzoni, battute, e personaggi interpretati anche senza l'ausilio della parola, solo con l'espressività del viso e del corpo.

Quando un attore è poliedrico come Pandolfi  che ha fatto teatro di prosa, operetta, varietà, ha recitato nei film, ha prestato la sua voce come doppiatore, e ha lavorato alla radio, il racconto della carriera si intreccia inevitabilmente con la storia, quella dello spettacolo e quella del Paese.
Dai tempi dell'infanzia, quando Elio era un giovane appassionato di lirica, dotato di un orecchio eccezionale che gli permetteva non solo di cantare qualunque musica subito dopo averla ascoltata, o di riproporre accenti e sonorità delle diverse lingue parlate (il suo grammellot delle principali lingue europee e non solo fa impallidire persino quello di Dario Fo) ma addirittura i rumori della città (il tram) o i versi degli animali (la gallina in uno  splendido connubio tra suoni ed espressioni del viso).   Un racconto intrecciato di ricordi, quando a Roma, per le vie del centro come corso Vittorio la notte passavano le pecore, ai tempi dell'Accademia di Silvio d'Amico  dove studia con Bice Valori, Rossella Falk e  Gianni Bonagura.

Il pubblico ascolta affascinato il racconto arguto, ironico e autoironico di un uomo speciale che ha avuto la fortuna di fare teatro e spettacolo in un periodo in cui queste forme d'arte erano solidamente sostenute dal pubblico quando, nonostante la guerra e il dopoguerra, si riusciva a lavorare.
Dalle scarpe consumate per le troppe camminate in compagnia di Mastroianni (visto che non ci si poteva permettere l'autobus), carpe staccate cioè senza tacco, alla verve sulla scena e fuori dalla scena di Anna Magnani, dagli spettacoli fatti con uomini e donne che come lui hanno fatto il teatro, come Giuffrè, presente in sala, ai film doppiati magari senza che il suo nome fosse accreditato (come nel caso del film Cabaret) Elio Pandolfi ci regala uno scorcio intimo e variegatissimo della sua vita, la vita di un attore che alla veneranda età di 86 anni ha ancora lo stesso entusiasmo e la stessa incoscienza del bambino che è stato.

Una serata indimenticabile, nella quale si ride molto e ci si commuove anche, come quando Pandolfi dimostra di essere anche un attore drammatico e ci regala una splendida versione de Er fattaccio del vicolo del Moro. Tutt'altro che geriatrico, come recita l'ironico titolo della serata, Pandolfi dimostra, se ce ne fosse bisogno, come la bravura, l'arte e il genio non conoscono età, che l'età è solo un fatto anagrafico, che, insomma, come dice un altro grande, Albertazzzi, la vecchiaia non esiste.
 

Altro di me, non vi saprei narrare, ma ci tengo a dire questo, non ne posso fare a meno!

A mia madre che aveva ben capito dei miei talenti, e a
Bice Valori che li ha fatti apprezzare a chi ne era ignaro. Io devo
tutto!


Elio Pandolfi.

62 anni di carriera!

 

Visto il 23-10-2012
al Ghione di Roma (RM)