Lirica
GIANNI SCHICCHI

Il 2021 è l'anno di Dante: Piacenza lo apre presentando in streaming “Gianni Schicchi”

Gianni Schicchi
Gianni Schicchi © T. Municipale Piacenza 

Sette secoli ci dividono in questo 2021 dalla morte di Dante Alighieri, e le celebrazioni sono già partite da tempo. Il Teatro Municipale Piacenza ci aggiunge un suo tassello, inaugurando la stagione lirica con una nuova produzione di Gianni Schicchi di Puccini diffusa on line in diretta streaming. 

Questo terzo pannello del Trittico, si sa, prende spunto dal XXX° canto dell’Inferno là dove Dante pose Schicchi, insieme alla mitica Mirra, tra i 'falsari di persona' per essersi sostituito al cadavere di Buoso Donati, ed aver dettato un testamento apocrifo e compiacente. Il Vate gli dedica pochi stringati versi, in realtà, recitati in apertura di serata dall'attore piacentino Mino Manni, sullo scorrere delle pagine dantesche dell'inestimabile "Codice Landi 190" custodito a Piacenza. Nel tempo, nondimeno, questa figura trovò maggior polpa nell'immaginario popolare, che ne fece un prototipo della scaltrezza, dell'arguzia, dell'irriverenza, dello sferzante spirito propri dei veri toscanacci.

Roberto de Candia

Un protagonista forte, un buon corollario di interpreti

La produzione punta molto sulla forte personalità di Roberto de Candia, che dopo aver indossato un mese fa i panni del Figaro rossiniano in questo stesso teatro, li cambia ora con quelli di Gianni Schicchi. Vocalmente parlando il timbro è pieno e compatto, l'emissione salda, gli acuti ben proiettati verso l'alto, il fraseggio ben articolato. Tutto come al solito. Squisito commediante, il baritono pugliese non infonde nel suo personaggio l'irresistibile giocosità e la contagiosa vitalità di altre soluzioni interpretative, preferendo suggerire allo spettatore – complice credo la regia – anche un pizzico di brutale e cinica cafoneria, propria di un autentico parvenu. Può piacere o meno, ma in scena direi che funziona a meraviglia.

Pure la folta compagnia che ruota intorno va a centrare il bersaglio. Il giovane tenore Matteo Desole consegna un incontenibile e simpatico Rinuccio, il soprano Giuliana Gianfaldoni delinea un'aggraziata e fresca Lauretta, il mezzosoprano Valeria Tornatore restituisce a perfezione la gretta e ruvida Zita; sono affiancati da Andrea Galli (Gherardo), Renata Campanella (Nella), Graziano Dallavalle (Betto), Mattia Denti (Simone), Juliusz Loranzi (Marco), Stefania Ferrari (Ciesca), Valentino Salvini (Spinelloccio), Simone Tansini (Amantio), Francesco Cascione (Pinellino), Lorenzo Sivelli (Guccio), e dalla piccola Elettra Secondi (Gherardino).

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Ottima direzione, apprezzabile regia

Massimiliano Stefanelli, alla guida dell'Orchestra Filarmonica Italiana, concerta con spontaneità quella che è una delle partiture più articolate di Puccini, rendendo al meglio sia lo spiritoso contrappunto ritmico delle pagine più ricche di colore colorite, sia i due squarci – uno lirico, l'altro patetico – dei due innamorati, dei quali pone bene in rilievo la tenera passione. Si noti peraltro che la partitura adottata, curata da Ettore Panizza, riduce di peso i ranghi orchestrali.


Punta al sodo la vorticosa e sapida regia porta la firma di Renato Bonajuto, che sempre qui al Municipale riprese a dicembre la regia di Beppe De Tomasi per Il barbiere di Siviglia: tra l'altro, indovinata la trovata di avvolgere alla fine Schicchi, chiusa la porta di casa, dai fumi dell'Inferno. L’impianto scenico – in verità molto simile ad altri già visti - è del giovane scenografo Danilo Coppola. I costumi, che ci portano dritti verso metà del '900, tra la piccola borghesia del Dopoguerra, li dobbiamo ad Artemio Cabassi; le luci sono curate da Michele Cremona.

Il lavoro pucciniano rimarrà visibile a lungo nella scheda dello spettacolo - sezione VIDEO.

Visto il 22-01-2021
al Municipale di Piacenza (PC)