Tante volte, quando si va a teatro a vedere una grande compagnia o una commedia famosa, si finisce col rimanere delusi. Quando, invece, come in questo caso, si parte con scarse aspettative, si può rimanere piacevolmente sorpresi.
Avevo letto la trama di “Gino non si tocca più” e, a parte il titolo volutamente ambiguo che mi lasciava perplessa, sapevo che si trattava di una commedia moderna, che affronta i temi della vita di coppia di oggi, dei desideri e delle insoddisfazioni sessuali, eccetera. Insomma: poteva essere volgare e banale ma non è stato così.
Tutti questi argomenti non sono affrontati in modo pesante o estremo ma piuttosto con toni leggeri ed accessibili a chiunque; i personaggi sono reali e spontanei e qualcuno è caricaturale al punto giusto da suscitare ilarità, senza esagerare.
Il protagonista è Guido, un ragazzo così abituato a vivere la sua sessualità in modo solitario che sembra aver creato un mondo tutto suo e messo di fronte ad una ragazza non sa proprio da dove cominciare. Al contrario, il suo amico Armando è piuttosto semplice e tradizionalista: vede la coppia come destinata naturalmente al matrimonio… ma non la pensa così la sua fidanzata, che vorrebbe, invece, vivere “nuove esperienze”.
Altri personaggi, con altre storie, si incrociano e si scontrano nel proseguire della trama e delle discussioni che, purtroppo, lasciano lo spettatore con una triste constatazione di come vanno a volte le cose nella realtà, cioè con un finale incerto, che solo la vita potrà dare l’occasione di cambiare.
Niente male come idea; bravissimi gli interpreti.
Visto il
al
De' Servi
di Roma
(RM)