Se si chiudono gli occhi e si ascoltano le parole calde e intense pronunciate dall’eccezionale Adriana Asti che recita in francese Giorni felici (con gli occhi aperti si possono leggere i sovratitoli in italiano), si sentono vibrare la gioia di vivere, la speranza, il piacere delle piccole cose, la consolazione divertita dei ricordi, la soddisfazione per uno stile di vita quotidiano fatto di piccole e gioiose gestualità e tante altre sensazioni positive.
Ma l’occhio non può non cogliere lo stridente, struggente e drammatico contrasto con la scena in cui la protagonista, nel primo atto, è incastrata fino a metà corpo in una prigione d’asfalto divenuto tale grazie alla visione del poliedrico Robert Wilson, cui è affidata la regia. Il celeberrimo scultore, pittore, video artista, designer, coreografo, e drammaturgo statunitense (Waco/Texas 1941) - così presente anche nel panorama culturale italiano degli ultimi anni - ha esasperato la già drammatica invenzione scenografica di Beckett trasformando la sabbia in asfalto che estroflettendosi ingloba pian piano la figura di Winnie, sempre più imprigionata fisicamente, ma non intellettualmente. Nel secondo atto, infatti, avrà libera solo la testa.
Altrettanto paradossale la situazione del marito Willie, interpretato dal bravo Giovanni Battista Storti, che vive in un incavo alle spalle della moglie: si muove strisciando e si esprime con una sorta di grugniti monosillabici, ma non riuscirà a raggiungere la moglie.
Due impossibili mondi che non riescono a congiungersi in uno scenario essenziale e rigoroso fatto di linee nere e blu con il mutare della luce a segnare lo scorrere del tempo.
Samuel Beckett (Dublino 1906 - Parigi 1989) - uno degli scrittori, poeti e drammaturghi più influenti del secolo scorso tanto da meritare nel 1969 il ‘Premio Nobel per la letteratura’ e insieme a Ionesco e Adamov creatore del “Teatro dell’assurdo” - ha scritto questo dramma in due atti nel 1961. Molto osteggiato dalla critica, il testo nasconde profondi significati metaforici che possono essere diversamente resi da differenti regie: è comunque uno spettacolo da vedere anche per la soggettività delle reazioni che induce e per lo stimolo a riflettere.
Prosa
GIORNI FELICI
UN'ECCEZIONALE ADRIANA ASTI
Visto il
10-11-2010
al
Piccolo Teatro - Teatro Strehler
di Milano
(MI)