Danza
GISELLE

La doppia vita di Giselle, tra sogno e realtà

La doppia vita di Giselle, tra sogno e realtà
Torniamo tutti un po’ bambini e rimaniamo incantati, totalmente rapiti dalla storia malinconica, struggente e romantica di Giselle, che viene fatta rivivere sera dopo sera dal corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino: i ballerini si muovono con una grazia innata, come se non fossero creature che appartengono a questo mondo, ma quasi fossero incantate, divine. "Giselle", considerato uno dei più grandi classici mai rappresentati, simbolo del balletto romantico per eccellenza, è andato in scena dal 17 al 21 novembre al Teatro Comunale di Bologna, nella poetica versione di Evgheni Polyakov, ripresa da Raffaella Renzi e Giampiero Galeotti, su scene di Raffaele Del Savio. Autore del libretto è Théophile Gautier, autorevole scrittore francese del XIX secolo, nonché critico d'arte e grande appassionato di balletto, ispiratosi a una leggenda slava, raccolta nel “De l'Allemagne” di Heinrich Heine: Gautier rimase affascinato dalla leggenda delle Willi, spiriti di fanciulle morte per amore prima delle nozze, che di notte circondano e irretiscono i viaggiatori imprudenti, coinvolgendoli in danze mortali, e decise di scriverne una storia per un balletto. Giselle, balletto fantastico in due atti, è la storia del leggendario e tragico amore tra la giovane Giselle e il principe Albrecht; la fanciulla impazzisce dal dolore e muore, dopo aver scoperto che il suo amore, Albrecht, era promesso sposo di un’altra. Intenso e struggente il secondo atto, noto come l’ “atto bianco” delle Willie: vi danzano una schiera di spiriti, sono le fanciulle abbandonate alla vigilia delle nozze da fidanzati inaffidabili, che hanno tradito la loro fiducia. Prima di diventare una Willi, Giselle è una giovane contadinella, ingenua e felice della vita, in fremente attesa dell’amore, a tratti ci appare quasi infantile per i suoi facili entusiasmi e i suoi slanci improvvisi. Tradita dall’uomo che ama, Albrecht, che le ha mentito sulla sua identità e non le ha detto di essere promesso sposo ad un’altra donna, Giselle sarà distrutta, annientata dal dolore, dalla sofferenza che le ha causato la verità sul suo amore: questa rivelazione la condurrà alla pazzia e infine alla morte, che conclude il primo atto. Nel secodo atto Giselle si presenta nelle sembianze di spirito, di fantasma danzante, ovvero di Willi: è pallida, eterea, spettrale, impalpabile, proprio come le Willi, le sfortunate spose mancate, spiriti vaganti nella foresta nelle notti di luna piena, a cui poi si unisce. Di notte, nella foresta, Giselle ritroverà il suo amore, il fedifrago Albrecht, pentito e disperato, che perdonerà, e salverà, poiché il sentimento di Giselle è più forte della condanna a morte delle Willi: sostenendo l'amato in una folle danza fino all'alba, prima di rientrare nel mondo dell'oltretomba, riuscirà a salvarlo. Si alternano nei ruoli protagonisti di Giselle e Albrecht due delle coppie più apprezzata della Compagnia del Maggio Musicale Fiorentino: Paola Vismara e Alessandro Riga (17,18 e 20 serale,novembre), Elena Barsotti e Jean-Sebastien Colau (19, 20 pomeridiana, novembre)e Umberto De Luca (21 novembre). Il balletto, nella sua struttura, rimane fedele alla tradizione, mantenendo intatta la sua “encomiabile perfezione coreografica”. Questo allestimento si inserisce degnamente nella splendida e suggestiva cornice scenica, creata da Raffaele Del Savio. Lo spettacolo si avvale dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta da Ryuchiro Sonoda, che esegue dal vivo in modo impeccabile e puntuale, la musica di Charles-Adolphe Adam. "Giselle" è una sintesi perfetta dei canoni dell’estetica “classica” e quelli dell’estetica “romantica”, grazie ad una partitura musicale struggente che riesce a creare un equilibrio perfetto tra forma e contenuto, Giselle è di fatto “la sintesi del movimento romantico”, poiché racchiude in sé l’essenza del romanticismo: l’ispirazione all’incorporeo, al sovrannaturale raggiunge qui la sua massima espressione. La musica in Giselle è un elemento fondamentale e imprescindibile, la chiave ultima di un successo senza tempo, eterno, componente portante capace di rendere riconoscibile nell’immediato il personaggio, il balletto, la storia. In questo allestimento le ballerine che interpretano le Willie riescono ad andare ben oltre la semplice aspirazione al volo, tratto caratteristico del balletto romantico, del "ballet blanc": riescono a trovare interiormente la capacità di dare vita agli spiriti inquieti e sfuggenti che interpretano, con gesti intensi e passionali che però non tradiscono la loro natura eterea e innocente. Giselle è un atto d’amore, racchiude in sé l’amore terreno, passionale, reale e l’amore etereo, puro, sovrannaturale: il primo atto è appunto “terreno” e fatale, il secondo atto è candido, malinconico, lunare. L’interpretazione di Giselle da parte di Paola Vismara è stata intensa e lirica, ma sobria: è riuscita a coniugare e a dare vita alle due nature di Giselle, da un lato l’innocenza, la pura gioia di vivere di una giovane fanciulla che viene a contatto con l’amore, e il dramma che da esso ne scaturisce e dall’altro la natura incorporea, aerea di uno spirito incantato. Paola Vismara è stata in grado di rendere credibile e misurata l’improvvisa, violenta e tragica drammaticità della chiusa del primo atto, quando Giselle resasi conto di essere stata tradita, impazzisce e muore: è un passaggio estremamente complicato poiché richiede doti non comuni di espressività e la capacità di lavorare su più registri tecnico-espressivi. Questa eccellente ballerina ha decisamente vinto la sfida interpretativa rappresentata dal ruolo di Giselle. Superba e impeccabile l’interpretazione di Albrecht da parte di Alessandro Riga, che dal febbraio 2008 è primo ballerino ospite di Maggio Danza. Alessandro Riga è un Albrecht toccante, con un’innata forza espressiva e interpretativa: è eroe traditore e spensierato nel primo atto, e uomo provato dal dolore e pentito nel secondo. Sia Alessandro Riga che Paola Vismara dimostrano di aver raggiunto una personale maturità stilistica e interpretativa, riuscendo ad avere una purezza nelle linee e nell’articolato equilibrio della successione dei passi e delle figure della coreografia, senza perdere l’intimo legame con lo sviluppo drammaturgico della vicenda, rendendo danzante e funzionalmente integrata nella coreografia anche la parte della pantomima. Questo allestimento si contraddistingue per l’attenzione posta alla finezza del linguaggio del movimento e per la capacità espressiva dei suoi ballerini, consapevoli di ciò che interpretano: lo stile romantico viene qui mantenuto vivo e vibrante, ma anche attualizzato, reso più vicino a noi. Vi è una stretta connessione tra la struttura narrativa di Giselle e la sua struttura coreografica, entrambe si caratterizzano per un equilibrio e un’armonia intrinseca, che si esplica con il perfetto equilibrio tra assoli, passi a due e danze d'insieme, tra parti assegnate ai ruoli femminili e quelle ai ruoli maschili, tra la pantomima teatrale e quella “drammatica” ed “espressiva” dei protagonisti. Il secondo atto è propriamente romantico, mistico, etereo e spettrale, grazie al lirismo della danse d'école, con una partitura naturale in cui un ruolo decisivo è “giocato” dalla combinazione di arabesque, petits sautés e grands sautés, che rendono visibili, “reali” gli spiriti delle Willi che volteggiano nell'aria. Il primo e il secondo atto sono tra loro speculari: il mondo reale del primo atto si contrappone al mondo irreale, alla dimensione fantastica del secondo. Giselle è l’elemento comune, l’anello di congiunzione tra i due mondi, tra le due dimensioni, quello umano e sovrumano, e tra i due atti, il primo realistico e il secondo spirituale; sebbene la figura di Giselle nel primo atto si mostri in preda a forti e violente passioni che non riesce a controllare, riflette in se stessa anche il caratteristico equilibrio tra forma e contenuto presente nel balletto romantico e richiesto ad un'opera d’arte che si definisce classica, quindi per definizione immortale ed eterna. Il corpo di ballo del Maggio Musicale Fiorentino è riuscito a rendere questa storia classica e in quanto tale intoccabile, credibile e attuale, traducendo emozioni, passioni e sincerità in danza, dimostrando di avere oltre a una tecnica e a una preparazione ineccepibile e impeccabile, una sensibilità contemporanea vivace e vibrante.
Visto il 17-11-2009
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)