Chiude in bellezza la stagione 2010 di ParmaDanza, calando l’asso del romanticismo francese, Giselle, portato sul palco del Regio dal glorioso corpo di ballo del Teatro Bol’soj di Mosca, diretto da Jurij Burlaka. La coreografia (firmata da Coralli, Perrot, Petipa, Gorskij, Lavrovskij, Vasil’ev) racconta esplicitamente i numerosi e variegati contributi che negli anni hanno reso la versione finale di Giselle un autentico gioiello franco-russo. Quella proposta al Regio è una delle due versioni attualmente appartenenti al repertorio del Bol’soj, quella del 1997 di Vladimir Vasil’ev.
La storia di Giselle è quella di una giovane contadina di un fiabesco villaggio della Renania che,
durante i festeggiamenti per la vendemmia, si innamora ricambiata del conte Albrecht, che però le nasconde le sue nobili origini, fingendosi contadino. Il guardiacaccia Hilarion, da tempo innamorato della bella ragazza, non essendo riuscito a convincerla con le parole del doppio gioco del conte, durante la visita al villaggio della corte del duca di Curlandia svela a Giselle la vera identità di Albrecht, spezzandole il cuore e causandone pazzia e morte.
Ma incombe la vendetta: quando Hilarion, distrutto dal senso di colpa, si reca nottetempo sulla tomba della povera Giselle, gli spiriti delle Villi, un tempo ragazze amanti del ballo tradite dai rispettivi uomini e morte prima del sì nuziale, costringono il guardiacaccia geloso a danzare fino alla morte. E stessa sorte vorrebbero riservare al conte Albrecht, se non intervenisse lo spirito di Giselle a salvargli la vita in un ultimo, struggente atto d’amore.
Il sipario si alza proiettando lo spettatore nel piccolo mondo fiabesco ricreato in modo eccellente dallo scenografo Sergej Barchin; il villaggio in cui è ambientato il primo atto ha un sapore squisitamente naif, mentre il cimitero in cui si svolge il secondo cattura magneticamente l’attenzione, in attesa di colpi di scena che certamente non mancano.
Anna Antoniceva è una Giselle bella, aggraziata e carismatica, capace di trasmettere gioiosità nel primo atto e di far commuovere gli spettatori nel secondo; Andrej Uvarov nel ruolo di Albrecht è bravo tecnicamente, ma non sembra avere personalità abbastanza forte e incisiva, così come l’Hilarion di Jurij Baranov.
Brava Anna Leonova ad interpretare il ruolo di Myrtha, severa regina delle Villi; applausi a scena aperta per i danzatori interpreti del Pas d’action.
I costumi di De Givenchy e Venet sono sgargianti nei colori. Da segnalare l’orchestra del Regio, guidata con bravura e autorevolezza da Pavel Klinicev.
Gli applausi scroscianti da parte di un pubblico abbastanza numeroso hanno premiato uno spettacolo di qualità e tradizionale.
Danza
GISELLE
La tradizione di qualità
Visto il
al
Regio
di Parma
(PR)