Capelli corti, senza trucco o abiti di scena. Palcoscenico semivuoto ma rotante, al cui centro è posizionata a volte una sedia, altre volte una scrivania d’ufficio. Paola Cortellesi porta a teatro un monologo sorprendente, il cui testo è stato scritto da Massimiliano Bruno e la cui regia è stata affidata a Giampiero Solari e Furio Andreotti.
Paola è un’artista a tutto tondo che sa di dovere molto alla televisione, ma che orgogliosamente rivendica le sue radici teatrali. E con questo spettacolo riesce a stupire e a raccogliere lunghi minuti di applausi e numerosi premi. La sua bravura e la sua versatilità sono ormai note al suo pubblico. Ma ne “Gli ultimi saranno ultimi” l’attrice romana riesce a trasmettere qualcosa in più del solito, fa commuovere e riflettere. Le risate e il divertimento non mancano di certo: la Cortellesi, in questo, è una campionessa. Tuttavia, vederla interpretare con tanta scioltezza tanti personaggi diversi, in particolare il ruolo di Luciana, giovane donna a cui vengono tolti lavoro e speranze di una vita migliore, è emozionante e coinvolgente.
Tutta la vicenda si svolge in una sola notte. I destini di sei persone, tutte molto diverse l’una dall’altra, si incrociano fatalmente. Paola, con un semplice gesto, un espressione vincente o un tono di voce particolare, dà vita e un’anima a questi protagonisti. Sul palco sembrano esserci contemporaneamente tutti e sei: la simpatica vecchietta che fa le pulizie nell’azienda e ama canticchiare canzoncine del passato; la signora Liverani, scorbutica datrice di lavoro, che passa dalle prediche rivolte ai suoi dipendenti alle “calde” conversazioni con sconosciuti rimorchiati nelle chat; Bruno, guardiano dell’azienda, sempre chiuso nel suo gabbiotto a mangiare panini imbottiti di frittata; l’insicura e timida poliziotta che viene dalla tranquilla provincia; il transessuale colombiano “Manuel -a” e, ovviamente, la disperata Luciana Colacci.
Una storia divertente e allo stesso tempo di grande attualità. Il problema della precarietà e le difficoltà che porta con sé, riguarda milioni di giovani, soprattutto donne. Per una notte, la Cortellesi, con grande ironia, è diventata la portavoce di questa nuova generazione di precari e insoddisfatti.
Brava e camaleontica.
Modena, Teatro Storchi, 9 febbraio 2007
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(CT)