Prosa
GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI

È purtroppo inflazionata, nei…

È purtroppo inflazionata, nei…
È purtroppo inflazionata, nei cartelloni teatrali italiani, la presenza di personaggi televisivi, per lo più cabarettisti, showmen e showgirls, impegnati a proporre sulle tavole del palcoscenico gags e situazioni già ampiamente espresse sul teleschermo, offrendo spesso una minestra riscaldata al pigro pubblico italiano, che, obnubilato dalla forza ipnotica del tubo catodico, è condizionato ad accettare ciò che già conosce. Rimarrà quindi non poco spiazzato chi invece si troverà ad assistere al nuovo spettacolo di Paola Cortellesi, che con le sue partecipazioni a trasmissioni di nicchia quali MAI DIRE GOAL e NESSUN DORMA ma anche alle nazional popolari FANTASTICO e FESTIVAL DI SANREMO(edizione 2004), è diventata una delle beniamine dei telespettatori italiani. Spiazzato perché la Cortellesi, da donna intelligente e di sana onestà intellettuale qual è, in “GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI” è impegnata in un vero spettacolo teatrale, in cui, pur utilizzando sempre la sua graffiante ironia, riesce a far riflettere e, in alcuni momenti, finanche a commuovere. Si narra di disoccupazione, dolore, emarginazione e tanto altro, attraverso la storia della giovane Luciana e dei cinque personaggi che per caso si trovano ad incrociare la sua sfortunata vita, tutti di diverse estrazioni sociali e geografiche, ognuno quindi con un suo personale vissuto. Ottima la scelta scenografica, che vede gli elementi scenici che caratterizzano gli ambienti in cui agiscono i personaggi calare dall’alto, ed eccellente è anche il disegno luci, semplice ed efficace nell’identificare soprattutto la situazione da incubo in cui vive la protagonista. Ma soprattutto unica e strepitosa è l’interpretazione di Paola Cortellesi, la quale, vestita di un neutro completo pantaloni nero e senza il minimo utilizzo di trucco, riesce a far vivere, con il solo ausilio della sua eccezionale capacità istrionica, i sei personaggi, trasformandosidi volta in volta, nella voce ma anche nei lineamenti e nel fisico, nella guardia giurata cinquantenne e panciuta, nel sexi transessuale colombiano, nella sessualmente repressa donna in carriera, nella poliziotta friulana bigotta dalla latente omosessualità, nella materna donna delle pulizie di mezza età e soprattutto in Luciana, una trentenne di borgata, gravida e disperata. Brava Paola, per essere riuscita nella difficile impresa di interprete di one man (o woman) show (ed è fra le poche), e soprattutto per aver utilizzato la sua popolarità in maniera intelligente, trascinando a teatro un pubblico che è stato così, una volta tanto, benevolmente costretto a vedere qualcosa di diverso da quanto è abituato, per poi manifestare il suo gradimento con una scrosciante pioggia di meritatissimi applausi. Napoli, TEATRO BELLINI – 7 marzo 2006
Visto il
al Ambasciatori di Catania (CT)