Il Varietà attraverso gli occhi del giovane Russo

Uno spettacolo per trascorrere le serate di festa in allegria, ma senza lasciare a casa il pensiero. Questa, in sintesi, l’intenzione riuscita di Gabriele Russo, che ha voluto con passione portare in scena un omaggio ad un genere che, passando prima dalle tavole del palcoscenico, si è, negli anni, alimentato e mutato, attraverso la radio prima (chi come il sottoscritto ha superato gli “anta” ricorderà una trasmissione radiofoniche che negli anni ’60-’70 con il titolo, appunto di “Gran Varietà” allietava le domeniche mattina degli italiani) e la televisione poi, un processo che, negli ultimi anni, si è, ahinoi, arrestato per lasciare posto ai contemporanei “reality-show”. Ecco che allora il giovanissimo Russo, con mano divertita e rispettosa, ha creato un multicolore pastiche arricchendo il repertorio del varietà tradizionale con brani di Gaber (l’irresistibile gag dell’operaio nella catena di montaggio che somatizza i movimenti obbligati dal suo alienante lavoro) a brani musicali che celebrano il lavoro dell’artista teatrale e circense quali “La Valigia dell’Attore” di Francesco De Gregori e “Il Terzo Fuochista” di Tosca, uno dei brani più belli della recente produzione musicale italiana. Con Russo, che in scena si ritaglia il ruolo-tormentone di Cilindro, sarto di compagnia omosessuale, tipicizzato sugli cliché del vecchio avanspettacolo, una compagine di 21 bravi e giovani interpreti, tra cui ricordiamo Maurizio Murano, Laura Lazzari, Francesco Viglietti ed i veterani Marcello Romolo e Carlo Vitale, sui quali svetta la presenza di un istrionico Adriano Falivene, ottimo conduttore, dalle stralunate e espressive capacità affabulatorie, una vera rivelazione. Uno spettacolo estremamente gradevole, che forse soffre di qualche ingenuità nel trattare un genere lontano, anagraficamente, dal suo autore, ma che risulta sincero e onesto, e che, magari con qualche smussatura ed ulteriori operazioni di ricerca ed approfondimento, potrebbe diventare un piccolo evento nel panorama del teatro, cosiddetto, di intrattenimento