Con The Great War si chiude alla Tosse la rassegna “La guerra delle teste di legno”. Iniziata nel dicembre scorso con L’Ultimo Ubu? di Tonino Conte, questa affascinante maratona sul teatro di figura, passata, in una sorta di asse ideale Italia-Olanda, attraverso ben 5 spettacoli, aveva come obiettivo (peraltro raggiunto) l’emancipazione del teatro di figura da definizioni, spesso banali, come quella di “arte minore” buona solo per intrattenere un pubblico di giovanissimi.
E se l’esordio era stato decisamente scoppiettante con L’Ultimo Ubu?, la chiusura non poteva che essere altrettanto emozionante e coinvolgente.
Una chiusura in grande stile, quella di ieri sera, con Hotel Modern, una compagnia olandese, tutt’altro che sconosciuta al pubblico italiano.
Li avevamo già visti un paio di anni fa, al festival “Uovo” di Milano con il loro straordinario Kamp, riproporre su scala ridotta la tragedia dell’Olocausto e la straziante realtà di Auschwitz.
Questa volta è l’orrore della Grande Guerra a scioccare lo spettatore che, ignaro e impotente, si trova catapultato nell’incubo della trincea.
Come bambini che giocano alla guerra con soldatini di piombo e trincee improvvisate, questi straordinari “burattinai” ci fanno rivivere l’esperienza angosciosa della guerra, attraverso gli occhi atterriti e provati dei soldati.
Un tavolo ricoperto di terra diventa così il campo di battaglia, dove i mazzetti di prezzemolo sono alberi, lo zucchero a velo simula la neve e la pioggia cade giù da un nebulizzatore per piante.
Esplosioni simulate da bombolette spray e la terra che diventa fango su cui affondano gli stivali (mossi sapientemente con le dita) dei soldati.
Microtelecamere piazzate sui vari teatri di guerra ci restituiscono immagini realistiche su un grande schermo, trasformando, di fatto, il teatro in esperienza cinematografica.
I testi che accompagnano le immagini non sono altro che le testimonianze reali dei soldati sull’esperienza insensata e dolorosa della guerra.
Lettere scritte da soldati francesi, inglesi e tedeschi ai propri cari e scovate dalla compagnia olandese presso un antiquario di Marsiglia.
La cura dei particolari e la corrispondenza precisa tra azioni, immagini e rumori ci fanno presto dimenticare che si tratta di una simulazione e la distanza tra finzione e realtà è inevitabilmente annullata.
Gli effetti sonori realizzati dal vivo da Arthur Sauer creano una colonna sonora, di rumori e suoni, assordante e, a tratti, quasi impossibile da sopportare; il risultato è tuttavia realistico e permette allo spettatore di condividere e rivivere, seppur virtualmente, l’atmosfera agghiacciante della guerra di trincea.
Una performance originale presentata in un linguaggio semplice e accattivante. Da non perdere!
Genova, Teatro della Tosse
17 marzo 2009
Visto il
al
Della Tosse
di Genova
(GE)