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GUIDA ALLA SOPRAVVIVENZA DELLE VECCHIE SIGNORE

Guida alla sopravvivenza delle vecchie signore

Guida alla sopravvivenza delle vecchie signore

Tema importante quello dell’età senile perché tocca tutti coloro che hanno la fortuna di arrivarvi, ma poco trattato in quanto non di moda e soprattutto contrario all’immaginario collettivo dominato grazie all’aiuto dei media dall’ideale di una giovinezza folgorante ed eterna: è chiaro che così formati alcuni - se non molti - tendono a considerare gli anziani un peso inutile cui pagare un’altrettanto inutile pensione (al riguardo mi è capitato di sentire tali parole dette in malo modo da un giovane a una signora che sulla metro gli aveva chiesto di sedersi).
Ho recentemente scoperto che nella vicina Lugano esiste un’attiva e diffusa Associazione Ticinese Terza Età con un suo periodico (da 30 anni) dalla tiratura di 12.500 copie, iniziative comuni, una sede…: un altro pianeta!
E pensare che fino a pochi lustri fa gli anziani erano considerati i gioielli delle famiglie, veri tesori cui dare credito mentre oggi sono affidati ai ricoveri o ad anonime badanti.
Prescindendo da tali variazioni di costume, è encomiabile l’iniziativa del Teatro Carcano di allestire in prima nazionale questa pièce sul tema scritta dall’americano Mayo Simon e messa in scena con il titolo originale The old ladies’ guide to survival nel 1992 a Luisville (Kentucky).
Caratterizzata da dolce, delicato e tenero umorismo, la garbata e godibilissima commedia offre numerosi spunti di riflessione sui principi della comprensione e della solidarietà non solo scomparse nei confronti dell’età avanzata, ma quasi cancellate dal quotidiano connotato invece da freddezza, incomprensione, egoismo, individualismo e avidità.
Ecco le nostre due protagoniste Netty e Shprintzy che s’incontrano casualmente a una fermata dei bus in una periferia di San Diego in California in un anno qualsiasi del Novecento. Entrambe bisognose di aiuto per motivi di salute diversi, iniziano tra alti e bassi un sodalizio venato di umanità e umorismo e fatto, data la diversità dei caratteri e dei gusti, di discussioni e melanconie, ma anche di aiuto reciproco.
Interpreti magistrali dell’opera due straordinarie e vitalissime 82enni: rispettivamente Marina Bonfigli (dalla straordinaria carriera e ora direttore artistico del Teatro Carcano) e la dolcissima Isa Barzizza (che ha lavorato con Macario, Totò ed è comparsa il 3 gennaio 1954, giorno di inizio dei programmi ufficiali della RAI TV, quale protagonista di un atto unico di Goldoni solo per citare frammenti di una carriera di successi alcuni dei quali ottenuti con la sua società di doppiaggio fondata negli anni ’60).
Sapientemente delicata, garbata e sicura la regia di Giuseppe Pambieri; essenziali, poetiche e quasi surreali le scenografie e i costumi - di Carla Ricotti - con caratteristiche tali da mettere in luce le diversità caratteriali delle due donne.
Una magistrale lezione per chi anziano non è allo scopo di capire come attraverso una tolleranza e una comprensione intelligenti si possano stringere sodalizi caldi e imperituri anche oggi in cui tutto è all’insegna dell’attimo fuggente.

Visto il 04-05-2012
al Carcano di Milano (MI)