"Quando la luna entrerà nella settima casa e Giove si allineerà con Marte, sarà la pace a guidare i pianeti e sarà l'amore a dirigere le stelle. E allora sorgerà l'Era dell'Acquario", con questa profezia ha inizio il musical "Hair", che può vantare un cast internazionale di giovani talenti provenienti da Italia e Stati Uniti, la regia di Giampiero Solari e la direzione musicale di Elisa.
Uno spettacolo che celebra i quarant'anni esatti dal suo debutto a Brodway ma anche il quarantennale di un epoca che ha influenzato non solo quel decennio ma tutta la storia moderna e contemporanea: il 1968.
Un palco vuoto con tre mega-schermi in cui venivano sapientemente proiettati colori, testi delle canzoni e video, in questo modo la scenografia cambiava e prendeva vita insieme alla musica ed alle canzoni, si adeguava alle varie scene e a volte diventava la vera e propria protagonista dello spettacolo.
Due atti divisi tra loro: il primo caratterizzato da abiti bianchi, scherzi, feste, sesso...il secondo un esplosione di tinte, con abiti che a seconda dell'occasione risultavano colorati o fosforescenti; ma la tematica cambia, si abbandona i toni infantili, l'allegria per riflettere sulla guerra, sullo "Zio d'America" che chiamava i giovani alle armi, privandoli così della libertà, della propria opinione e soprattutto negandogli un futuro.
Nonostante la qualità del Cast le canzoni prendono vita ma non riescono ad entusiasmare fino in fondo, arrivano ma senza trasmettere l'interità della loro forza, l'intensità della loro carica emotiva. Una volta spenti i riflettori e terminati gli applausi senza bis, gli spettatori abbandonano la sala silenziosi, fatta eccezione per qualche signore di mezz'età, che appena fuori dal Teatro si lascia trasportare dai ricordi ed inizia a cantare "ACQUARIUS" e "LET THE SUNSHINE IN" , la colonna sonora della sua adolescenza.
Firenze, Teatro Verdi , 4/12/2008
Visto il
al
Anfiteatro Romano
di Cagliari
(CA)