Una messa in scena giocata sulla semplicità e originali trovate registiche sviluppa una storia al tempo stesso divertente e commovente, quella dell’amicizia tra Hannah Arendt e Mary Mccarthy
Una scenografia minimalista fa da sfondo ad una cura del dettaglio che si rivela nella scelta delle musiche, nei costumi di Maria Grazia Lasagna Mancini e nel disegno luci di Marco Maione, a sottolineare, senza mai strafare, i passaggi temporali di una drammaturgia che si dipana tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’60, con un gap temporale, fino al 1975, reso attraverso l’animazione video di disegni in bianco e nero, realizzati da Leonardo Carrano, che invadono sia la scena che le due protagoniste, come fosse uno scorrere davanti agli occhi dei principali fatti storici del tempo. Le trovate registiche sono basate su pochi elementi, ma di grande impatto emotivo, a dimostrazione che il teatro si può fare anche con pochi elementi, basta che siano efficaci. Lo spettatore si trova proiettato in questa storia di amicizia e non può non esserne rapito, ridere e piangere empaticamente assieme alle due protagoniste, ben interpretate da Silvia Zoffoli e Giordana Moscati.
Assieme riescono a ridar vita a questo rapporto di amicizia basata sulla comprensione profonda dell’altro, pur nella diversità di caratteri, di idee e di storie personali. Non tralasciando gli aspetti intellettuali di questi due personaggi, ma usandoli a pretesto per parlare del rapporto umano e affettivo che, nella sua ordinarietà, rende ancora più straordinarie queste due donne, Silvia Zoffoli dichiara nelle note di regia: “Non volevo, tuttavia, porre l'accento sull'individualità di ciascuna, ma sul loro rapporto, così forte al punto da stabilire quasi una complementarietà di caratteri, un dialogo interiore “in differita”, un “montaggio alternato” di emozioni e racconti, attraverso quel sentimento delicato, mai clamoroso, eppure profondo, che è l'amicizia. Semplicemente “Hannah e Mary”. Questa scelta registica è la chiave vincente di uno spettacolo che, puntando, per l'appunto, sull’universalità del sentimento.
Il 13 e il 14 giugno è stata solo un’anteprima, chissà quale sarà il futuro di questo spettacolo, che sicuramente ne merita uno.
Visto il
al
Casa delle Culture
di Roma
(RM)