Musical e varietà
HAPPY DAYS - IL NUOVO MUSICAL

Nostalgia e retorica tra colori e buona musica.

Nostalgia e retorica tra colori e buona musica.

Gli anni ’50 richiamano alla mente icone come Jame Dean, o i jeans, la maglietta bianca e il giubbotto di pelle nero, le gonne a ruota, l’hoola hop, lo skate board, la brillantina, gli anni ’50 sono “Grease” e “Happy Days”.
In “Happy Days” il musical inscena al Brancaccio di Roma ritroviamo i protagonisti della fortunatissima serie tv americana degli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80 ambientata però negli anni ’50. Rivediamo la famiglia Cunningham, Fonzie, Pozie, Ralph, Alfred che in un plot abbastanza semplice, a tratti anche piuttosto banale, si materializzano davanti i nostri occhi ancora una volta, in una sorta di celebrazione di quel telefilm che ha avuto tanta fortuna.
Il locale di Alfred “Arnold’s”, luogo di ritrovo di tutti i protagonisti, vuole essere rilevato da una ditta per trasformarlo in centro commerciale. Tutta la famiglia Cunningham, seguita da Fonzie e gli amici del protagonista Ricky, si mobilitano per trovare una soluzione e salvare le sorti del locale. La storia fila tutta liscia fino al finale, che non rivelo ma già intuibile,  dove la celebrazione retorica vede come vero eroe l’uomo che lavora quotidianamente per sostentare la sua famiglia.
Il cast è composto da impeccabili cantanti, in due ore di spettacolo abbiamo assistito ad esecuzioni a dir poco perfette, musicalmente accattivanti, ricche di intrecci articolati e piacevoli. E discreti attori, il solito problema del musical fatto in Italia: quello di trovare un interprete in grado di sostenere entrambi i ruoli, quello di cantante e di attore, in egual misura.
Dal punto di vista attorale c’erano un po’ troppi ammiccamenti e clichet che tentavano di raccontare l’atteggiamento del bullo alla James Dean, senza però quel carisma necessario per rendere credibili quegli stessi atteggiamenti. In particolare Riccardo Simone Berdini, che per sua sfortuna si è dovuto scontrare con un gigante di carisma e sicurezza quale il personaggio di Fonzie, nonostante gli sforzi non è riuscito a gestire quel personaggio, cercando di ovviare con fastidiose mossete e urletti insignificanti.
Nell’insieme si passa una piacevole serata senza onore e senza infamia, osservando una messa in scena dinamica e colorata, ascoltando bellissime voci, sorridendo in alcuni momenti, riassaporando quegli anni ’50 che l’originale “Happy Days” ci aveva fatto conoscere.

Visto il 13-04-2012
al Brancaccio di Roma (RM)