'Il nulla in bella confezione è la merce che va per la maggiore', con questa frase, tratta dalla piece stessa, è possibile riassumere “Ho perso la faccia”.
La rappresentazione scritta da Sabina Negri, con la regia di Renato Giordano, vede tra gli attori quel Carlo Delle Piane che già interpretò il testo d’esordio dell’autrice, “Giulia Settembrini”, vincitore del premio “Via di Rippetta” nel 1998.
Nella commedia, composta dall’ex-moglie del ministro Calderoli, si può leggere una critica alla superficialità moderna della bellezza fisica, alla chirurgia estetica e al mondo mediatico di calendari, fiction, reality e agenti senza scrupoli. Oltre a ciò presenta i nuovi conflitti cresciuti in seno all’attuale società: donne in carriera che ricadono nelle stesse storiche tentazioni degli uomini di potere e un esercito d’invidiosi valletti arrivisti che imitano le colleghe starlette in cerca di un incerto posto al sole.
All’apertura del sipario, sul palco del Teatro San Babila, una strana scenografia domina lo spazio: gradoni, scale e porte azzurre ci rimandano ad un ambiente ospedaliero. Un bel ragazzo, molto importate, giace seminudo sotto l’effetto anestetico, mentre il personale è in fibrillazione: il primario è in ritardo. Il paziente è il giovanissimo sig. Brignone, il volto più noto al momento sul piccolo schermo, bisognoso dell’ennesimo ritocchino per sfondare a Hollywood.
Edoardo Valzelà (Carlo Delle Piane), il miglior chirurgo della città, arriva in clinica appesantito dal fardello della fresca separazione appena richiesta dalla moglie Benedetta (Sabina Negri).
Sarà il suo entourage, un timoroso aiutante sognatore ed idealista coadiuvato da un'infermiera (Erica Blanc) appassionata di polizieschi ed esperta di gossip, ad aprirgli gli occhi sulla realtà: è proprio quel giovane, di una finta bellezza creata ritocco dopo ritocco dallo stesso Valzelà, ad essere l’amante che ha infranto il suo matrimonio.
La vendetta è presto fatta e, contrariamente a quanto più volte riproposto in ambito cinematografico, stavolta non è la personalità ad essere scambiata, ma è il corpo ad essere ricostruito intorno ed essa. Et voilà, a seguito del doppio intervento il chirurgo si ritroverà con le fattezze del divo e viceversa, per uno scambio tutto unico da far ammattire la platea.
Le disperate gesta di un sessantenne intelligente e di carattere, ritrovatosi con un inutile bella presenza a combattere lo star system, e quelle di un narcisista sfruttatore di sé stesso, rimasto intrappolato in un corpo ormai al tramonto, saranno il leitmotiv che divertirà il pubblico. Uno snodarsi d’equivoci e situazioni paradossali cariche d’ironia e comicità, forse a volte troppo cercata, renderanno la commedia irresistibile e ricca di significato.
L’ottima interpretazione di Delle Piane e del giovane ragazzo accanto a lui rendono molto piacevole la rappresentazione, mentre il testo è senza dubbio meritevole di riflessione per l’argomento e per lo spirito con cui viene trattato, al suo clou nell’imprevedibile finale. Perfetto, inoltre, anche l’accompagnamento musicale, mai fuori luogo, e la scenografia, efficace nell’essenzialità.
E’ stata vera vendetta? Quanto conta la faccia al giorno d’oggi? Questi i dubbi amletici che assilleranno lo spettare sulla via di casa ripensando alla bella commedia.
Milano, Teatro San Babila, 11/11/2008
Visto il
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Comunale Giotto
di Vicchio
(FI)