Un uomo medio - che ricorda a tratti il Willy Loman di Miller - si trova nella difficile situazione di dover ripagare, senza il giusto preavviso, un grosso debito. Mentre la moglie (Cecilia Di Donato) ignara della situazione, progetta una vacanza a Parigi, lo strampalato quanto pragmatico strozzino (Luca Cattani) offre una scelta al malcapitato: entrare nella Homicide House, un servizio da lui stesso inventato. Chi vuole torturare, seviziare, uccidere e ha abbastanza soldi per permetterselo, paga una vittima. E chi vuole suicidarsi ha la possibilità di capitalizzare la sua morte. Un incontro fra esigenze complementari che finora il mercato ha mancato di soddisfare.
All’interno della Homicide House, una torturatrice (Valeria Perdonò), che, tra seduzione e minacce, sembra tenere sotto scacco il protagonista (Marco Maccieri, anche regista dello spettacolo) attraverso un estenuante gioco al massacro che farà emergere il lato nascosto (e più debole) della personalità di entrambi. Quasi una “attrazione fatale”, che spinge i due personaggi a stringere un patto, che porterà a un epilogo (forse) scontato, per il quale, però la suspence è comunque mantenuta alta. Merito soprattutto della scrittura di Emanuele Aldrovandi, il quale sviluppa un’idea già di per sé originale, arricchendola di sottotesti, la cui chiave è il ragionamento, che, nel non-luogo rappresentato dalla “casa degli omicidi”, ferisce e uccide anche più delle stesse armi di tortura.
Dalle prime battute si intuisce il fulcro di questa fiaba noir, che scandaglia il complicato e precario equilibrio tra ciò che è vero e la fantasia; la verità delle cose come sono e il desiderio di come vorremmo che fossero. Una parabola moderna sul valore delle scelte quotidiane.
La scenografia (monocromatica) di Antonio Panzuto è funzionale al modo in cui si vuole raccontare la vicenda. Crea l’atmosfera “fumettistica” in cui sono “immersi” gli oggetti di scena e nella quale agiscono (intrappolati) i quattro protagonisti, ma non sorprende quanto il rumore metallico simile allo scatto di una serratura, che il pubblico sente a ogni cambio scena o buio.
Prosa
HOMICIDE HOUSE
Verità e fantasia nella 'Homicide House'
Visto il
10-02-2016
al
Baretti
di Torino
(TO)