Prosa
HUMAN

Costa e Baliani in 'HUMAN': non solo teatro civico

Costa e Baliani in 'HUMAN': non solo teatro civico

Così Lella Costa e Marco Baliani prendono in mano un tema scottante: i migranti e l’accoglienza europea. Insieme ai due grandi attori, incontriamo anche quattro giovani interpreti (David Marzi, Noemi Medas, Elisa Pistis e Luigi Pusceddu), le musiche originali di Paolo Fresu e i magnifici costumi di Antonio Marras.

Il tema viene ripercorso a partire dall’identità profonda delle popolazioni mediterranee. Innanzitutto il mito ovidiano di Ero e Leandro, amanti divisi dall’acqua, ci ricorda che tutta la storia dell’umanità è essenzialmente questo: viaggio e incontro. Si procede poi con una serie di scene di diverso tipo, ciascuna delle quali presenta la questione sotto un aspetto diverso o secondo diversi punti di vista. Questo per rendere possibile un approccio non verboso a questo problema attuale, in modo, cioè, che sia la vita stessa dell’uomo al centro e non una serie di raccomandazioni morali.

L’intento è chiaro, che l’intento sia pienamente realizzato, è in certi momenti discutibile. In linea generale è vero che è il racconto stesso che scuote e provoca, ma è proprio nelle scene che presentano una realtà a noi più familiare, che finisce per emergere una certa artificiosità dei dialoghi, evidentemente studiati per denunciare certi atteggiamenti. E la denuncia dichiarata, annoia.

Al di là di questa – unica – critica possibile, di Human colpisce la capacità di rivolgersi a un pubblico vasto ed eterogeneo. Sicuramente questo è un teatro che ‘fa bene al teatro’: incisivo e provocatorio, ma anche spassoso e vivo. Si rivolge a un’audience dalle molteplici sensibilità e ovunque agisce, suscitando riso o riflessione.

Inoltre è da ricordare che questo testo si inserisce nel più ampio “Progetto Human”, con tanto di incontri, approfondimenti e iniziative. Si tratta dunque di un progetto culturale complesso, che certamente non potrà passare inosservato agli occhi degli italiani.

Visto il 11-10-2016