Che rapporto esiste tra il celebre balletto de “Il lago dei cigni” di Ciaikowski, in scena in questi giorni al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 28 novembre e l’altrettanto celebre film di Alfred Hitchcock “Gli uccelli”? Per il geniale coreografo e regista Matthew Bourne, autore di questa imperdibile versione per la prima volta in Italia grazie al M.A.S. di Milano, il suo desiderio di mettere in scena questo lavoro nasce proprio dall’aver visto il film da bambino e dall’esserne rimasto così colpito, al punto tale da volerlo rappresentare in forma diversa a teatro.
“Alla danza mi sono avvicinato molto tardi, avevo quasi vent’anni e il primo balletto che ho visto in teatro è stato proprio “Il lago dei cigni” – spiega Bourne – Fino a quell’età la mia passione era soprattutto il cinema, amavo molto i film musicali, quelli tanto per intenderci con Jene Kelly, tipo “Un americano a Parigi”- Ma “Gli uccelli” di Hitckcock mi avevano fatto così paura da piccolo, che nel mio “Lago dei cigni” volevo riportare quella violenza che esprimevano nel film”. La vera rivoluzione però Bourne la compie nel momento in cui sostituisce il corpo di ballo femminile interprete in Ciaikowski dei celebri cignetti, con un ensemble tutto maschile. I cigni maschi compaiono di spalle a schiena scoperta scivolando su carrelli invisibili che scorrono sul finto lago immerso nella tipica atmosfera lunare, poi si girano mostrando il torso nudo e la forza dei loro muscoli la parte inferiore del corpo è coperta da pantaloni a zuava ricoperti di piume, la violenza dei loro movimenti, di cui parla lo stesso Bourne, non comunica soltanto forza ed energia, ma anche grazia ed eleganza, desiderio di liberazione espresso attraverso la forma del volo. Il braccio – ala si allunga sopra la testa, mentre questa si inclina o si muove a scatti.
Chi si sarebbe mai immaginato che andando a vedere a teatro il celebre balletto del “Lago dei cigni”, ci si potesse imbattere in uno spettacolo di teatro musicale, in cui la danza contemporanea, il balletto classico, il musical, il cinema e persino la recitazione si fondono in un mix affascinante di stili. Un’opera in cui però vengono mantenute inalterate le immortali musiche di Ciaikowskij mentre l'amore tra il principe Siegfried e Odette viene sostituito con l'attrazione di un erede al trono verso un cigno bellissimo, provocante e misterioso.
Nella prima scena vediamo infatti un principe, interpretata da Domique North collocato in un momento storico che, dai costumi, potrebbe essere tra gli anni Cinquanta e Sessanta, disteso su un letto enorme che sembra inghiottirlo, scosso da brutti sogni ma alleggerito dall’immagine onirica di un cigno bianco che lo porta via.
Poi si passa all’interno di un palazzo dove il giovane erede ha a che fare con una ingombrante e nello stesso tempo affascinante figura materna, interpretata da Nina Goldman, verso la quale nutre nello stesso tempo odio e amore. E’ in questo contesto che Bourne introduce nel suo lago anche degli elementi satirici, come l'allusione non dissimulata alla Monarchia dei Windsor, ai suoi membri più illustri e alle vicissitudini interne, così come la divertente rappresentazione grottesca di un balletto della tradizione romantica, con tanto di tutù ingombranti, malefici personaggi che vengono inesorabilmente sconfitti e nel finale, l'inspiegabile ma ineluttabile morte della protagonista. La provocazione, nelle opere di Bourne, non è comunque mai l'aspetto dominante e anche in “Swan Lake” la vicenda si rivela soprattutto un racconto audace, originale, ironico, romantico e al tempo stesso struggente.
L’ironia e il grottesco trovano il suo apice nella scena del Bar nel quale il principe si rifugia alla ricerca di una sua pseudo fidanzata oca che ha trovato durante una festa nella sua reggia. Nella surreale atmosfera di questo bar le musiche di Ciaikowski fanno da sottofondo ad una sorta di lap dance a sfondo sessuale inscenata da improbabili personaggi di uomini e donne in lamè che si esibiscono in sfrenate danze da accoppiamento. E’ qui che il principe, deluso dall’ aver scoperto che la sua futura fidanzata se la fa con un altro, opterà per l’altro sesso e rimarrà affascinato dalla onestà e dalla amicizia sincera di un cigno, interpretato dall’ottimo Jhonatan Ollivier, che incontrerà sulle sponde di un lago e che, nella seconda parte dello spettacolo, comparirà in casa sua durante una festa nei panni di un seduttore un po’ sado maso, con tanto di frusta in mano. Grazie al suo sex appel riuscirà a sedurre la madre di lui, suscitando la tipica gelosia filiale da complesso di Edipo. La scena, che richiama molto le atmosfere holliwoodiane e da film noire, finirà persino con un colpo di pistola e un morto in scena alla Hitchcock appunto, vittima dell’incidente la ex fidanzata di lui che cadrà a terra colpita da una pallottola accidentale.
L’ultima scena si sposta in uno spazio bianco, una sorta di ospedale psichiatrico, prigione nel quale il povero principe verrà rinchiuso a causa della sua follia (innamorarsi di un uomo oggi come ieri e per di più tra le classi sociali di alto rango non era cosa ben accetta). Ed è nel letto nel quale all’inizio della storia lo vedevamo assalito dagli incubi, che tornerà, circondato da qui cigni a tratti minacciosi come gli “Uccelli” di Hitchcock, a tratti rassicuranti con le loro ali protettive. Per il principe la morte sarà una liberazione verso le ali di libertà sulle quali volerà insieme al suo cigno.
Questa versione di “Swan Lake” di Matthew Bourne risale 1995, anno del suo esordio nel teatro Sadler’s Wells di Londra, è stato acclamato da pubblico e critica in tutto il mondo facendo parlare così tanto di sé fino ad arrivare, nel 2000, a far parte dell’ultima scena di uno dei più bei film dedicati alla danza “Billy Elliot”. A Londra, in occasione del debutto, ci fu chi tra il pubblico presente, si alzò a metà spettacolo abbandonando la platea. Non è di certo quanto è successo l’altra sera a Milano al teatro degli Arcimboldi in occasione della prima rappresentazione, durante la quale il pubblico ha accolto molto calorosamente lo spettacolo di Matthew Bourne. Il balletto ha vinto in questi anni 30 prestigiosi premi tra cui anche tre Tony Award.
Teatro degli Arcimboldi dal 17 al 28 novembre ore 21