Gli equivoci che animano questa commedia sono la formula segreta del suo successo ed il divertimento nasce proprio dal fatto che ognuno dei personaggi parla pensando a qualcosa mentre l’altro ascolta e risponde intendendo tutt’altro.
Massimo Dapporto – Zanetto, col suo fare goffo e impacciato, i modi avventati e poco cerimoniosi, ma, nel risultato finale, personaggio buffo e simpatico, convince e diverte forse un po’ di più del Massimo Dapporto – Tonino che dovrebbe invece conquistare donne e amici grazie alla propria spigliatezza.
Gli interpreti sono tutti bravissimi e indovinata la scelta di ciascuno nel proprio ruolo. Perfetto il Sig. Pancrazio, falso amico di famiglia, che trama alle spalle della bella Rosaura e del suo promesso sposo, plagiandoli vistosamente (e forse per un senso ironico del regista) con un gesto delle mani. Sembra davvero la rappresentazione dell’astuzia e dell’inganno fatta persona, anche grazie alla capacità del suo interprete di giocare con le intonazioni della voce. Brava l’interprete della serva Colombina, che ne sa sempre una in più del diavolo e non sta mai al posto suo. Si “sgola”, stranamente ed eccessivamente l’attrice che veste i panni di Barbara, senza che ce ne sia la necessità (ma mostra comunque disinvoltura e preparazione sul palco).
I personaggi sono tutti mossi dalle loro emozioni mutevoli e a ben pensarci, le donne ed il desiderio di conquistarle sembrano la causa di tanti intrighi, duelli, equivoci, furti, tradimenti d’amicizie e persino tragedie.
Si scherza anche nei momenti che dovrebbero risultare più commoventi, per mantenere lo spirito della commedia sempre leggero ed allegro: non si tratta di un lavoro che fa, per così dire, “piegare in due dal ridere” e il fatto che la messa in scena risulti briosa, dipende in buona parte dalla capacità del protagonista di divertirsi coi personaggi dei due fratelli e caratterizzarli: Dapporto ci riesce in modo eccellente.
Roma, Teatro Quirino, 3 Febbraio 2009
Visto il
al
Augusteo
di Napoli
(NA)