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I MASNADIERI

I masnadieri metallari tra graffiti e rock

I masnadieri metallari tra graffiti e rock

Gabriele Lavia, al Teatro India fino al 27 novembre, rilegge appassionatamente “I Masnadieri” - l'opera più famosa e passionale di Friedrich Schiller, manifesto del romanticismo tedesco - e la contestualizza in modo originale facendone emergere tutta la carica emotiva. La scena è suggestiva: un enorme campo di terra con delle colonne sormontate da fari che giunge fino a quasi la platea, senza barriere. Tutto intorno graffiti disegnati con gli spray sui muri, realizzati da writer contemporanei  e, sul fondo, un grande murales con la scritta “Sturm und drang”. Il palcoscenico di terra rappresenta la foresta di Boemia dove si rifugiano  i masnadieri, che sembrano i componenti di una moderna gang metallara.

Lavia riporta in scena questo lavoro, come fece trent’anni fa; allora oltre che regista ne fu protagonista  insieme a Umberto Orsini e Monica Guerritore; ora in quei  ruoli ci sono tre giovani talentuosi: Simone Toni, Francesco Bonomo e Cristina Pasino.

Siamo in Germania, alla fine degli anni Settanta del 1700, nel cosiddetto periodo preromantico. Lo Sturm und drang (denominazione ripresa dal titolo dell’opera del drammaturgo Klinger) fu un movimento culturale tedesco che anticipò alcune delle tematiche proprie del Romanticismo. Rende bene la traduzione letterale in italiano: tempesta (sturm) e assalto (drang). Una efficace endiadi che, con sole due parole, riassume quello che rappresentò tale movimento, che, all’origine, rifletteva un’insoddisfazione avvertita dagli scrittori, i poeti, i filosofi che vi aderirono. L’insoddisfazione dei letterati, ma in generale degli uomini, risiedeva nella mancata realizzazione dei propri obiettivi, del proprio essere.

Lavia, con la sua regia, riesce a cogliere appieno  i drammi interiori, i turbamenti dell’uomo romantico (e preromantico) che viveva con pathos il rapporto con il mondo, con la natura che diventavano specchio dei suoi sentimenti.

Proteste violente e accanite costituivano il modo di reagire degli sturmer che si ergevano contro il mondo circostante per rivendicare le proprie ragioni. Nella pièce allestita, il personaggio Karl Moor decide di ribellarsi alla società e alla famiglia (rappresentati dal padre, dal fratello malvagio Franz e dalla fidanzata Amalia) divenendo il capo dei giovani ribelli che in lui si riconoscono. Di grande impatto l’entrata in scena collettiva del gruppo di masnadieri con le imponenti musiche di sottofondo composte da Franco Mussida (il chitarrista della Premiata Forneria Marconi, non nuovo a esperienze teatrali avendo firmato anche le musiche del musical “Dracula”). Con cattiveria e spregiudicatezza si lotta per l’affermazione della propria libertà, contro gli oppressori. I masnadieri sono briganti, ribelli, idealisti che si esprimono con le pistole, molto simili – lascia intendere Lavia – al mondo underground contemporaneo di graffiti, rock e metallo.

I masnadieri (e i poeti romantici) rifiutano ogni comportamento razionalistico assumendo sempre un atteggiamento polemico e combattivo. Ma Karl, il vero protagonista, mostra anche le proprie fragilità; da una parte si sente grande e forte ma dall’altra coglie anche la piccolezza del suo essere, soprattutto contemplando l’immensa natura circostante, ed esprimendo lunghe riflessioni al microfono accompagnandosi con  la chitarra.

Visto il 24-10-2011
al India di Roma (RM)