Dopo vent’anni di attesa sono tornati a Modena I Puritani di Vincenzo Bellini in un allestimento affidato a Francesco Esposito in coproduzione con i teatri di Piacenza e Reggio Emilia. Il regista, che ha già proposto questo titolo in altre versioni in altri teatri, opta questa volta per una edizione in formato essenziale con la scena unica di Rinaldo Rinaldi composta da una struttura semicircolare evidentemente e volutamente posticcia, che ricorda la torre di castello dal cui spalto assiste quasi sempre il coro; pannelli amovibili escono dalla struttura per evidenziare i diversi luoghi delle scene. Molto belli i costumi di Esposito, che evidenzia, nelle sue note di regia, come sia suo desiderio catturare l’attenzione e il desiderio poetico del pubblico, avvicinandosi all’opera senza distrazioni. Nonostante i personaggi siano ben caratterizzati nel loro insieme, una eccessiva staticità e difficoltà di movimenti in scena fanno perdere spesso la concentrazioni sulle emozioni dei singoli.
La bacchetta del maestro Jordi Bernacer, alla guida di un’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna in forma, sembra appesantita e carente della dinamica propria dello spartito ma senza dubbio c'è una buona tenuta tra palcoscenico e orchestrazione.
Irina Lungu è stata un’Elvira elegante e appassionata e la scena della pazzia è intensa e riuscita; la voce ben si adatta al ruolo che le sembra congeniale, espressiva e con begli acuti. Celso Albelo è stato un Arturo con voce possente, in cui gli acuti risultano chiari e intonati. Fabian Veloz tratteggia un Riccardo rude e violento; il baritono argentino possiede una voce ben proiettata, calda e corposa con un fraseggio dignitoso e una valida coloritura. Pienamente nel personaggio di Enrichetta Kato Nozomi, dalla voce calibrata ed elegante. Luca Tittoto in Sir Giorgio è stato più che corretto, dimostrando una gran bella voce. Efficaci anche Lorenzo Malagola Barbieri in Lord Gualtiero e Juan Pablo Dupré in Sir Bruno. Il Coro della Fondazione Teatro Comunale di Modena era preparato da Stefano Colò.