Il Ponchielli di Cremona apre la stagione 2011 con una nuova produzione dei Puritani affidata a Carmelo Rifici, giovane e dotato regista di prosa che aveva inaugurato anche la precedente stagione con Medea. Di Rifici abbiamo sempre apprezzato la sensibilità e la intelligenza nell’accostarsi a testi densi di significato; in questo caso abbiamo faticato a seguire la simbologia e a condividere l’idea di fondo.
L’opera è ambientata in un cimitero (oppure in un obitorio, il risultato non cambia). Durante l’overture due loculi si aprono e ne escono cadaveri che si animano, si vestono da puritani e ritornano nei loculi, un modus che ritorna spesso, anche per far entrare in scena i protagonisti. Il resto del palco è occupato da un ambiente a due piani, probabilmente una chiesa e la sottostante cripta, collegate da una scala a chiocciola e congiunte da un’apertura a forma di croce. Il senso di morte domina per tutto lo spettacolo, ma non c’è nella partitura e nella storia. A meno che si voglia passare la lotta fra Stuart e Cromwell o qualsiasi faida intestina come “morte civile”.
Le puritane entrano in scena con cesti di mele verdi; Elvira respinge le preziose collane che gli offre Arturo ma accetta una mela rossa che si rivela un cofanetto che contiene un anellone luccicante. Da quel momento in poi le mele sono tutte rosse, comprese quelle che vengono raccolte da terra all’inizio del secondo atto e sistemate in moderne cassette per la frutta (mentre le puritane rammendano un velo nuziale di penelopesche dimensioni). Simbolo sessuale? Il regista, nelle note sul programma di sala, insiste sulla sessualità repressa della protagonista (invero non deducibile dal libretto o dal plot). O forse idea che rimanda alle favole? Può essere, in quanto assistiamo all’uccisione di un cervo (invero già morto ed appeso a testa in giù) da parte di Enrichetta armata di balestra: la freccia colpisce al cuore l’animale ma, di riflesso, anche Elvira, al piano inferiore, muore, abbandonandosi legata a catene che pendono dalle corna del cervo al piano superiore.
Il pavimento è bianco, secondo il regista la neve “dove vivono raggelati i sentimenti dei protagonisti”. Movimentano l’azione, ma non convincono, le controscene che drammatizzano i pensieri dei protagonisti grazie a figuranti vestiti come i cantanti. Un esempio: Riccardo ricorda un incontro d’amore con Elvira mentre lei pensa a uno stupro per lo stesso fatto. Inquietante l’agitarsi di Elvira dentro una bara di cristallo mentre sopra Arturo amoreggia con Enrichetta. Inutile il continuo scambio di coppie all’inizio del terzo atto fra i quattro protagonisti.
Efficace per la regia la scena fissa di Guido Buganza illuminata da Fiammetta Baldiserri; interessanti i costumi di Margherita Baldoni che riprendono fogge antiche con materiali plastici moderni, soprattutto gli abiti dei coristi in bianco e nero con le cuffie femminili ingessate e i cappelli maschili a larga tesa rotonda.
Antonio Pirolli dirige in modo robusto l’orchestra I pomeriggi musicali, garantendo mordente alla partitura ma a momenti sovrastando i cantanti e trovando concitazione piuttosto che tensione drammatica. Buona la prestazione del coro del Circuito lirico lombardo preparato da Antonio Greco.
Eccellente la Elvira di Jessica Pratt: il timbro è straordinario, avendo il registro centrale musicale e corposo e il superiore luminoso e sicuro; l’abbandono al personaggio è spontaneo e convincente, penetrante dall’inizio alla fine. Un’interpretazione di alto livello, alla pari dello straordinario Giorgio di Luca Tittoto, emozionante per incisività e morbidezza della voce brunita. L’Arturo di Gianluca Terranova ha centri sontuosi ma fatica a legare gli acuti, che appaiono schiacciati e tirati, in parte compensati da legato e fraseggio eleganti. Giovane ma promettente Alessio Arduini, il cui Riccardo convince vocalmente e cresce nell'interpretazione fino all’ottimo duetto “Suoni la tromba”. Meno a fuoco il Bruno di Marco Voleri. Appropriati Angela Nicoli (Enrichetta) e Luciano Leoni (Valton).
Teatro gremito; molti applausi per la Pratt, qualche contestazione per Terranova, apertamente fischiata la regia. Lo spettacolo sarà nelle prossime settimane ripreso a Como, Pavia e Brescia.