Il barbiere di Siviglia è opera di grande fascino musicale e di fortunata presa sul pubblico, complici una trama avvincente e facilmente seguibile, arie conosciute e soprattutto quel guizzo frizzante che costituisce la cifra geniale del Rossini buffo. A Parma, a sei anni dalla precedente edizione, si sono rispettate tutte le condizioni, portando al tutto esaurito delle cinque recite in cartellone.
L’allestimento del Comunale di Ferrara in scena al Regio in chiusura di stagione è tradizionale e divertente senza sconfinare in grevità e macchiettismo. La scena di Francesco Calcagnini ha al centro un alto parallelepipedo, la casa di Bartolo, che transita da una parte all’altra e si apre, scomponendosi per gli interni o per dare movimento ai vari quadri. Sul fondo una parete di pannelli bianchi che scorrono. I mobili richiesti dalla narrazione vanno e vengono su pedane; bauli e valigie nel primo atto sono usati in vari modi: podio per la serenata del conte (due servitori gli reggono il mantello nel cui interno sono rappresentate scene cortesi), bottega di Figaro (con le teste imparruccate che si sollevano azionate da pedali). La noiosa verbosità di Don Bartolo è concretizzata con una montagna di libri. Nel finale scende una parete di specchi e cornici dorate e le movenze rimandano al flamenco.
I costumi, realizzati su disegni di Annemarie Heinreich, situano la vicenda nell’Ottocento con un sapore di Andalusia per colori, pizzi, bordature. Le luci di Franco Marri colorano in modo fiabesco i vari quadri. La regia di Stefano Vizioli è attenta alle parole del libretto, a cui fa corrispondere gesti esatti e comprensibili immediatamente, nello stile della commedia teatrale; i movimenti dei cantanti sono curati ma paiono spontanei ed il risultato diverte il pubblico. Ha un ruolo attivo nella rappresentazione Simone Savina, maestro al cembalo posizionato in un prolungamento del palco che più volte è coinvolto nelle vicende: cliente di Figaro, confidente di Rosina, spasimante di Berta, destinatario delle attenzioni dei protagonisti in genere.
Andrea Battistoni è un direttore sorprendente, non solo considerando la sua età giovanissima (è poco più che ventenne): ha mano piena di entusiasmo, sceglie tempi non troppo serrati e un suono leggero e spumeggiante ma con chiare presente romantiche che danno sostanza. In particolare la sinfonia è controllata, ariosa, cesellata negli apporti solistici.
Il coro, limitato alla sezione maschile, è stato ben preparato da Martino Faggiani ed è vestito come i soldatini di piombo delle favole.
Eccellente il cast nei ruoli principali. Dmitry Korchak è un Conte giovanissimo e dalla bella voce, espressiva e perfetta in ogni registro, con squillo potente e acuti solidi che non temono le vette vertiginose della partitura, arrivando in eccellenti condizioni al “Cessa di più resistere” del finale; per tutta la recita il tenore non si risparmia e ottiene il favore del pubblico, grazie alla coloratura morbida e alla linea scorrevole ed uniforme. Bruno Praticò è un Bartolo di grande esperienza, che attorialmente calca sugli spunti comici del personaggio con il rischio talvolta di eccedere. Ketevan Kemoklidze è una Rosina vivace e brillante, dalla voce scura e agile, briosa e capace di infiorettature, con legato e coloratura in perfetto stile, resa espressiva dall’accento scoppiettante e mai sopra le righe, sottolineata da un volto furbo e dall’espressione birichineggiante. Luca Salsi è un Figaro giovane e aitante (come vuole il libretto), dal volto bonariamente accattivante e dalla voce di bel colore, giusta in ogni registro: il timbro è vellutato e piacevolissimo ed unito a una recitazione convincente, incisiva e misurata, brillante come lo sbatacchiare del pennacchio che pende dalla sua cuffia. Con loro Giovanni Furlanetto (un magrissimo Don Basilio), Gabriele Bolletta (Fiorello e un ufficiale), Noris Borgogelli (un narcolettico Ambrogio) e Natalia Roman (Berta, come al solito in preda agli starnuti).
Teatro esaurito, grande successo, pubblico divertito e moltissimo applausi anche a scena aperta. A Parma non si fa in tempo a chiudere la stagione lirica che già si è dentro ParmaDanza. Ecco il cartellone: 3 e 4 maggio Companhia Nacional de Danza, 7 e 8 maggio Bill T. Jones / Arnie Zane Dance Company, 24 e 25 maggio Les Ballets Trockadero de Monte Carlo, 28 e 29 maggio Corpo di Ballo del teatro alla Scala ed evento speciale dall'11 maggio Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante.