Lirica
IL BARBIERE DI SIVIGLIA

Il barbiere a Savona

Il barbiere a Savona
Rovigo, teatro Sociale, “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini IL BARBIERE A SAVONA Il Teatro Sociale di Rovigo ha aperto la sua 194ª stagione lirica con il capolavoro dell’opera buffa italiana: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, che vide il suo nascere nel 1814, ma che tuttora rimane un’opera modernissima e giovanissima. Di assoluto interesse per il pubblico colto della lirica, il Barbiere è però diventato anche, e soprattutto, patrimonio condiviso e diffuso, almeno per le sue arie più famose (vedi ad esempio quella di Figaro), della cultura popolare tout court. Questo nuovo allestimento, che ha al teatro Giocosa di Savona, vede la collaborazione di quattro teatri di tradizione – oltre a Savona e a Rovigo, il Donizetti di Bergamo e il Giglio di Lucca. Il barbiere torna a Rovigo dopo 10 anni esatti. L’allestimento porta la firma del regista livornese Francesco Torrigiani, che ha ripensato questo Barbiere in modo inusuale, trasportandolo spazialmente “da una Siviglia ormai nota al pubblico ad un ambiente che rendesse un piccolo omaggio alla città che lo ospitava [Savona, appunto]”. Torrigiani è rimasto affascinato dalla città di Savona, dalla torre tozza e quadrata che sembra una fortezza e che lo riporta idealmente alla sua Livorno: entrambe le città alle prese con la difesa degli abitanti contro le insidie che venivano dal mare. La fortezza e la torre che dominano la città di Savona diventano così, nella mente del regista, e quindi nello spazio scenico a noi proposto, “...il luogo della reclusione di Rosina, prigioni costruite attorno alla protagonista dal suo perfido tutore, a difesa dalle incursioni del Conte e del suo fido aiutante Figaro”. Don Bartolo perciò è un vecchio uomo di mare distinto, ottuso e pignolo che tiene Rosina nascosta, quasi fosse un tesoro da nascondere con l’aiuto di don Basilio, mercenario che si vende a chi lo compra. Il Conte e Figaro giungono dal mare a liberare la bella prigioniera. L’idea di Torrigiani, all’inizio ci ha lasciato un po’scettici, ma fin dalle prime scene si è palesemente notato che l’opera ha mantenuto, oltre al frizzante brio umoristico, anche tutti gli elementi tradizionali che hanno reso il Barbiere famoso nel mondo e alla fine si è potuto dire di avere gustato quest’originale trasformazione; tanto più che la torre fissa nella scena, che – chiusa – era l’esterno della casa di Don Bartolo, si apriva a libro e all’interno conteneva le stanze della stessa. Possiamo immaginare questa torre non a Savona ma sul litorale Adriatico del rodigino e farcela ancora più vicina. Anche i costumi di Greta Podestà (che ha curato anche l’allestimento scenico), riflettevano l’aria marina di questo Barbiere, pur rimanendo nel solco della tradizione, rappresentando bene sia l’epoca che delineando egregiamente i vari personaggi e facendo prevalere in tutta l’opera il colore azzurro, il colore del mare. Un cast giovane si è fatto apprezzare. La parte del leone l’ha fatta il baritono siciliano Damiano Salerno, sia per la bella voce chiara, possente il giusto, che per il fraseggio pulito che per la grande presenza scenica (la cavatina del primo atto è stata veramente memorabile). Il Conte d’Almaviva del tenore Francesco Marsiglia presentava un bel timbro, voce tipicamente rossiniana, pur con qualche incertezza. Annarita Gemmabella ha sostenuto il ruolo di Rosina: dopo un inizio non molto a fuoco ha dato una discreta prova. Buona l’interpretazione di Don Bartolo di Domenico Colaianni. Un bravissimo Enrico Iori ha sostenuto la parte di Don Basilio. Apprezzabili anche la Berta di Marta Calcaterra e il Fiorello di Daniele Girometti. La direzione del maestro Giovanni Di Stefano, alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, è stata briosa ma nello stesso tempo pacata e regolare senza gli eccessi che – purtroppo - vengono recepiti talvolta nelle opere rossiniane. Bravo anche il Coro Lirico “Mascagni” di Savona diretto dal maestro Franco Giacosa. Teatro esaurito; il pubblico ha apprezzato molto l’opera applaudendo vivamente le arie più famose e al termine. Visto a Rovigo, teatro Sociale, il 24 ottobre 2009 Mirko Bertolini
Visto il
al Sociale di Rovigo (RO)