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IL BERRETTO A SONAGLI

IL BERRETTO A SONAGLI di Luig…

IL BERRETTO A SONAGLI di Luig…
IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello, secondo una rilettura alquanto fedele di Ettore Catalano, con Flavio Bucci, per la regia di Nucci Ladogana. Di nuovo attanaglia con le sue tematiche tragico – umoristiche, il caro drammaturgo agrigentino che, per la profondità e la straordinaria capacità di mettere a nudo uomini e situazioni, non sempre riesce ad incoraggiare arrangiamenti sostanziali alle sue opere teatrali. E’ proprio in virtù di ciò che Ettore Catalano afferma: “Ho impostato il lavoro sull’ipotesi che, per rendere teatralmente convincente oggi la vicenda di Ciampa occorra ripercorrere la via seguita dallo stesso Pirandello, scartando sia la soluzione cruento-rusticana sfiorata da Quacquèo e praticata da Tararà sia lo scioglimento giocato sull’epilogo drammatico del suicidio d’onore”. Le note di particolare effetto e significato che emergono dalla messa in scena al Bellini, pongono ancora una volta in luce la concretezza delle debolezze umane e la fatica di doverle, per necessità morali, occultare attraverso tormentosi meccanismi psicologici. La società impone parvenze onorevoli, obbliga a comportamenti irreprensibili, costringe l’individuo a fabbricarsi il proprio “pupo”, la maschera della dignità da sfoggiare in pubblico, non importa se poi, in privato, ogni precauzione s’infrange, ogni rispettabilità decade, l’importante è “salvare le apparenze”. Questo è ciò che conta per lo stesso Ciampa, perno primario dell’intero intrigo intimistico, il quale, infine, travolge e avvolge attraverso la formula del paradosso, tanto affezionata al gioco pirandelliano delle ombre, la coscienza dei singoli personaggi. Tutto ha inizio quando s’insinua nella mente della signora Beatrice Fiorìca il sospetto che suo marito, il cavalier Fiorìca, stringa una relazione sentimentale con la moglie di Ciampa, scrivano alle loro dipendenze. Da qui una serie di vicende che valgono ad evidenziare una realtà ancora attuale: le apparenze e le esteriorità detengono un ruolo capitale per la collettività e sarà nuovamente l’espediente della pazzia, altre volte utilizzato, non soltanto da Pirandello ma anche da Eduardo, a sistemare ogni cosa e a vanificare lo scandalo sollevato e preteso dalla gelosia divorante della signora Fiorìca che sarà la sola a pagare un tributo notevole per aver voluto far trionfare, seppur con inutile affanno, la verità. Nell’ambito di una scenografia ricca ed elegante, dalle tonalità gradevoli del rosso porpora e del dorato, si sono mossi con squisita competenza tutti gli interpreti. Determinata, risoluta nel ruolo della signora Fiorìca si è esibita un’affascinante Diana De Toni, affiancata da Flavio Bucci nelle sembianze di Ciampa, da Giorgio Carminati nel personaggio di don Fifì La Bella, da Renato Campese nella splendida parte del delegato Spanò, molto ben impostata, da Luigi Mezzanotte nei panni del Saraceno (personaggio al femminile nel testo originale), da Bea Boscardi nelle vesti di una sapiente Fana, da Gioietta Gentile e Angela Russian, rispettivamente nella parte della signora Assunta La Bella e di Nina Ciampa Napoli, TEATRO BELLINI - 5 febbraio 2008
Visto il
al Greco di Roma (RM)