La vocalità è inconfondibile. E’ la dolcissima voce graffiante di Marco Masini. Il cantautore fiorentino supera se stesso nel tour Il Brutto Anatroccolo. Un titolo, un programma. Il clima d’attesa è palpabile, il Teatro Bolivar è in fibrillazione. Quando appare l’autore di “Disperato” spuntando dall’enorme uovo posto sul palco, l’entusiasmo è alle stelle. Un simbolo scelto non casualmente, segno di nascita o se vogliamo di rinascita. L’autoironia la fa da padrona in questa gradevole performance. Si gioca con la bruttezza con sottile umorismo, ma soprattutto facendo passare l’importante messaggio che quando c’è talento ci si può permettere di prendersi in giro. Lo si capisce sin dalle prime battute. Scorrono le foto dell’artista da piccolo fino alle immagini del trionfo Sanremese con L'uomo volante, che ha segnato una svolta nella sua carriera. Va sottolineata la capacità di regalare nuova linfa ai pezzi che ormai appartengono ai classici della musica leggera italiana. Ad aprire la serata sono le note del brano Il Fiore, si continua con Cenerentola Innamorata e ancora Benvenuta. E’ un crescendo che cattura il pubblico attraverso un carisma indiscusso, grazie al quale il cantante riesce a passare in rassegna gli argomenti più vari. L’amore con T’Innamorerai; il difficile rapporto padre figlio raccontato in Caro Babbo o con la religione, descritto grazie alle parole di Dio Non C'è. Tenero il ricordo del primo contatto con la musica che accompagna Un Piccolo Chopin. L’interpretazione viene attraversata da una notevole sensibilità. Non si può certo rimanere indifferenti. Perché in questo lavoro c’è l’anima e si vede. E poco importa se qualche detrattore lo ha giudicato fuori dai canoni o ha espresso giudizi stroncanti. Perché in un panorama dove c’è omologazione e non tutte le canzoni sono degne di nota, viva Dio se c’è chi riesce a toccare le corde del cuore.
Napoli , Teatro Bolivar , 28 marzo 2008
Visto il
al
Dino Buzzati
di Belluno
(BL)