Il titolo dello spettacolo, Il campanile dei poveri - 3 atti unici e qualche spicciolo, è già di per sè enigmatico e contemporaneamente illuminante.
Il campanile dei poveri, infatti, è una pièce satirica di Stefano Disegni, per cui chi va a teatro a vedere questa multiforme pièce, sa già a cosa andrà incontro... a meno che non sappia chi è il summenzionato autore.
In realtà nello spettacolo, o forse dovrei dire, nei 4 spettacoli che hanno composto la serata, le opere teatrali scritte dal dissacrante autore, erano ben 3: Tanto pianto santo, 3 personaggi in cerca dell'autore per spaccargli i denti e, appunto, Il campanile dei poveri.
Fare il riassunto della trama di ogni micro-dramma non è molto semplice, perchè, sebbene la trama ci sia, questa si può solo percepire; infatti è il modo in cui viene esposta che non si può rendere in una recensione. Anche e sopratutto per il climax verso l'assurdo ed intraducibile che pervade sempre più lo spettacolo. Diciamo solo che nel primo spettacolo ci sono di mezzo di miracoli di lacrimazione delle statue, ma anche i preti avvezzi ai piaceri sessuali; nel secondo spettacolo, completamente assurdo, ci sono i 3 classici personaggi, lui, lei e l'altro, che dicono frasi sconnesse impostegli da un superiore autore, contro il quale cercano invano di ribellarsi; nell'ultima, che da il titolo a questa micro-monografia e che è la più mimica e indecifrabile, ci sono una serie di personaggi e omicidi, tra cui una catartica e comica morte per lo spavento!
Ovviamente il filo che collega gli spettacoli è solo quello autoriale e di genere.... ma effettivamente di che genere era il multi-spettacolo a cui ho assistito? Era comico, molto comico: satirico e sarcastico, insomma, un vero delirio comico. La prima parte era estremamente satirica ed in aperta polemica con un certo modo di vivere e vedere la chiesa. Le altre due parti, invece, avevano un non so che di assurdo, pantomimico, cabarettistico e futurista, sopratutto l'ultima parte.
Con la terminologia "ultima parte" qui ho inteso l'ultima della serie dei micro-drammi tratti da Stefano Disegni; perchè, infatti poi c'era la vera ultima parte dello spettacolo, quella definita nel titolo come qualche spicciolo.
A completare lo spettacolo, che era totalmente insolito, il regista-adattatore Luca Serani, ha inserito e recitato egli stesso, un monologo che pare essere stato uno dei cavalli di battaglia di Claudio Bisio circa 30 anni fa, ossia il suo famoso fidanzamento con se stesso.
Davvero esilarante: non solo per il monologo in sè, ma anche per la maniera convinta ed emozionante in cui lo recitava Luca Serani! La storia era quella di una qualunque storia d'amore, ma con la particolarità che a fare la parte dell'altro era sempre se stesso, con i dovuti corteggiamenti, inviti a cena, a vivere insieme, le gelosie, le ripicche, i baci, i piedini, i dubbi, ...
Anche le scenografia ha visto un climax espositivo; nella prima micro-storia c'era solo una sedia per il prete (e la cosa mi è sembrata un po’ riduttiva visto il colore nero del palco e delle quinte di Teatro Zeta e pure dell’abito del prete); in 3 personaggi in cerca dell'autore per spaccargli i denti, è stato messo in scena (in tutti i sensi) a ritmo di musica, un tavolino con mattarello e ferro da stiro da massaia (intorno a cui, poi, hanno recitato le loro strane battute i personaggi interpretati dai bravi Massimo Sconci, Matteo Di Genova e Valentina Franciosi); nella terza storia la scenografia era costituita da un tavolino e due personaggi presi dal pubblico accorso a vedere lo spettacolo. Nello “spicciolo” finale, di nuovo, la scenografia non era prevista (ma essendo un monologo molto evocativo, è stato giusto così – anche se il colore prevalente era, di nuovo, il nero!).
I costumi, tecnicamente, erano presenti; ma nella prima micro-storia, a parte quelli del prete (che peraltro era interpretato da Daniela Riddei, una ragazza - anche se la cosa era ben celata: avrebbe potuto essere anche un ragazzino imberbe!) gli altri indossati dalle 3 ragazze (Roberta Aglioti, Maddalena Celentano e Valentina Franciosi) che proponevano al curato delle storie miracolose (di nani da giardino, peluche e torri di Pisa lacrimanti), erano costituiti da abiti che si usiamo comunemente tutti i giorni e quindi, forse erano un po' scontati. Nelle altre parti, erano più curati.
Nel complesso il multi-spettacolo è stato abbastanza carino.
Il pubblico accorso è stato più che abbondante e partecipe con le sue frequenti risate agli avvenimenti proposti. Un po' meno reattivo lo è stato quando Ambrogio (Luca Serani), incitato dall’isterica e comicissima donna-presentatrice (Maddalena Celentano) in Il campanile dei poveri, è passato tra le file a offrire pasticcini, ma daltronde chi se l'aspettava!
IL CAMPANILE DEI POVERI - 3 ATTI UNICI E QUALCHE SPICCIOLO
Tra Disegni e Bisio: un delirio comico!
Visto il
08-02-2011
al
Zeta
di L'Aquila
(AQ)
Il campanile dei poveri - 3 atti unici e qualche spicciolo