Siamo sicuri che tutto quello che più desideriamo può essere scelto, comodamente, sfogliando un catalogo? Anche le cose più importanti della vita possono essere pre-confezionate e vendute a chi è disposto a pagare il prezzo imposto dall’offerente? Quante volte ci siamo trovati dinanzi a domande di questo tipo e quante volte, forse, abbiamo desiderato di ricevere come risposta un catalogo di tal tipo.
Alle domande appena formulate cerca di dare una risposta Angela Di Maso con il suo interessantissimo spettacolo intitolato Il Catalogo, proposto al pubblico napoletano della Galleria Toledo. Il soggetto scelto è di rara attualità e consente alla giovane drammaturga di affrontare con frizzante ironia tematiche tutt’altro che banali. Sono sufficienti tre personaggi per far scontrare sulla scena i più reconditi sentimenti dell’animo umano, quelli che spesso facciamo fatica a confidare anche a noi stessi. Per esempio, il vile venditore – preoccupato solo di piazzare al miglior prezzo i “prodotti” offerti – scardina con preoccupante semplicità gli animi apparentemente indifesi e ingenui dei poveri malcapitati di turno, colpevoli di desiderare qualcosa che la società non può loro offrire.
I ritmi della rappresentazione sono perfetti e la regia – anch’essa firmata dalla Di Maso – impreziosisce il lavoro introspettivo compiuto sul piano drammaturgico. Inoltre, si segnala l’essenzialità della scenografia, elemento di stridente contrasto con la ricchezza dei messaggi trasmessi. "Il catalogo" è uno spettacolo che coniuga con grande intelligenza il voler far ridere con momenti di profonda riflessione, ed è questo, probabilmente, il modo migliore per distruggere le convinzioni iniziali dello spettatore, desideroso, a tutti i costi, di ricevere un catalogo perfetto.