Prosa
IL DUBBIO

Camerino (MC), teatro Filippo…

Camerino (MC), teatro Filippo…
Camerino (MC), teatro Filippo Marchetti, “Il dubbio” di John Patrick Shanley MEGLIO UN SOLO DUBBIO CHE MILLE CERTEZZE Ambientato a Brooklyn, in una scuola parrocchiale nel 1964, lo spettacolo si svolge all'interno di una scenografia minimalista, in cui le quinte laterali diventano tridimensionali con l'aggiunta di pannelli neri, ed il fondale una gigantesca porta che si apre e si chiude, ma in cui restano aperti due grandi rettangoli, uno orizzontale e l'altro verticale, a ricordare la croce. Il fluire della narrazione è costruito su tanti microatti unici come sequenze filmiche, chiosati dalle suggestive musiche di Bob Dylan. Il cambio di elementi della scena viene sfruttato per le cesure tra le parti dello spettacolo, diventando quasi un balletto, con i figuranti in tonaca che riorganizzano la scena a ritmo di musica. Per raccontare la storia di un giovane prete sospettato di pedofilia, nei confronti dell'unico ragazzino nero di una scuola cattolica, il regista Sergio Castellitto costruisce un testo introspettivo, dai forti connotati psicologici, un'esplorazione delle anime dei protagonisti, più che delle volute narrative della storia. Mostra la madre superiora, la granitica ed intensa Lucilla Morlacchi, intenta ad ascoltare una radio sequestrata ad un ragazzo, in un momento di solitudine. Mostra Stefano Accorsi, il giovane sacerdote, mentre in un attimo spensierato gioca a pallone. Piccoli squarci, per colorare tutti gli spazi del dubbio, di parole narrate con una recitazione muscolare ed efficace per Accorsi, mentre la Morlacchi sembra immersa in un monologo senza fine, sostenuto con grandissima energia. La resa del propagarsi del dubbio nella mente umana è data dalla contrapposizione tra la madre superiora, la trasposizione umana del sospetto, e la giovane suora (Alice Bachi), l'ingenuità: la convenzione, contro la spontaneità e la freschezza all'approccio con la vita. Con loro sul palco anche Nadia Kibout (signora Muller). Il fascino dello spettacolo non è dato da un tema, pure di scottante attualità, come la pedofilia all'interno della chiesa, ma dalla zona grigia, dal non credere, o dal voler vedere piuttosto le cose del mondo da un punto di vista preconfezionato. Interessante è che, in questo mondo di certezze (apparenti), è così vitale dare spazio ai dubbi. “La certezza che abbiamo a volte è solo emozione, non un fatto", dice padre Flynn. Il dubbio, l'interrogarsi, il chiedersi dove si sta andando, se vale la pena credere a tutto ciò in cui si crede, la capacità di non dare tutto per scontato, la voglia di capire, di vedere in modo alternativo, non solo il ciò che sembra, ma anche il ciò che è: la realtà la fuori è influenzata in gran parte dal punto di vista che scegliamo di avere. E' salutare capovolgere il proprio punto di vista, ogni tanto, specie quando si è costretti a vedere ciò che non si vorrebbe mai. Le cose assumono subito una forma diversa, un senso inaspettato, è spesso quella sottile sfumatura nuova, che prima non vedevamo a dare al solito panorama, tutto un altro sapore. Visto a Camerino (MC), teatro Filippo Marchetti, alla prova generale aperta del 30 gennaio 2008 MONIA ORAZI
Visto il
al Delle Muse di Ancona (AN)