Prosa
IL DUBBIO

"Il Dubbio" è l'opera scritta…

"Il Dubbio" è l'opera scritta…
"Il Dubbio" è l'opera scritta da John Patrick Shanley nel periodo successivo all'attentato delle Torri Gemelle di New York. Amato dalla critica, ha ricevuto il Premio Pulitzer per la drammaturgia nel 2005. Il testo, tradotto da Flavia Tolnay e adattato dalla scrittrice Margaret Mazzantini, vede il ritorno alla regia di Sergio Castellitto e anticipa l’uscita in sala dell’omonimo film programmata a giorni. Ambientato nei primi anni 60, in una parrocchia nel Bronx, il protagonista è Padre Flynn (Stefano Accorsi), prete cattolico, che tiene sermoni domenicali ai suoi fedeli ed insegna educazione fisica ai ragazzi della Scuola Parrocchiale. E' giovane ed appassionato, si sente vicino alle anime dei suoi parrocchiani, li capisce, è parte della grande famiglia. Ma tanta "modernità" si scontrerà con forza con la Direttrice della Scuola Parrocchiale, Suor Aloysia (Lucilla Morlacchi), la quale sospetta che Padre Flynn abbia abusato sessualmente di un allievo, l'unico ragazzino di colore. Lo accuserà e ne chiederà l'allontanamento. Testimone involontario ed afflitto da questo ruolo sarà la giovane insegnante Suor James (Alice Bachi), che ha colto il ragazzino Muller all'uscita di un incontro con il prete, con l'alito che sa di alcool. Suor James ama il suo lavoro e gli allievi, caratteristica non condivisa dalla "dura" Direttrice, che la invita ad essere più attenta alla preservazione morale dei suoi allievi. Il conflitto-scontro fra questi personaggi-titani porta lo spettatore a sperimentare "il dubbio", a credere ora all'innocenza, ora alla colpevolezza del prete, difeso addirittura dalla madre del ragazzo (Nadia Kibout), che, senza voler approfondire la natura del rapporto con suo figlio, apprezza l’"interesse" di un prete bianco per suo figlio nero. Ipocrisia, colpi bassi, un testo costruito con appassionata suspance, quasi fosse un'inchiesta. E tutto questo affidato all'esperienza di Sergio Castellitto. Un'opera drammaturgica forte, perchè tale è l'argomento trattato. Scorrevole e di tensione emotiva. La dove i dialoghi tacciono, giochi di luce e ombre, musiche dell'epoca e movimenti di scena alimentano l'attesa. Stefano Accorsi è a suo agio nei panni dell'accusato. Umano, servizievole, non lascia trapelare nulla di sè, mantiene Padre Flynn sempre in bilico tra lo spirituale e l'umano. Perchè in realtà degli uomini è il dilemma di cui si parla e si esprime da dietro quinte dell'abito talare. Lucilla Morlacchi è il dito puntato sul prete, bigotto e antico, pieno di paure, un'interprete che lascia senza parole di fronte alla recitata frustrazione ed al desiderio di mettere ordine e moralità la dove, probabilmente, lei stessa ha mancato. “Che cosa facciamo quando non ci sentiamo sicuri?” questa è la prima battuta di Padre Flynn. Ma chiederselo alla fine di un travaglio interiore è forse la via verso la resurrezione personale. TEATRO VALLE - Roma Replica del 20 Gennaio 2009 Dal 20 Gennaio all’8 Febbraio 2009
Visto il
al Delle Muse di Ancona (AN)