Prosa
POCO PIù CHE PERSONE – IL FIGLIO

Un coinvolgente Edoardo leo commuove il pubblico ne “Il Figlio”

Edoardo Leo - Il figlio
Edoardo Leo - Il figlio

Sul palco il monologo Edoardo Leo si alterna alle musiche composte da Marco Zurzolo ed eseguite dal vivo da Aldo Perris, insieme ad Alessio Busanca.

Un giorno come un altro, una notte che sotto l’onda della follia, non è più come tutte le altre. Così vite normali spariscono, altre degenereranno. Poco più che persone - Il figlio è la storia del terzo personaggio portato in scena all’interno del Festivaldera 2019.
Sul palco il monologo Edoardo Leo si alterna alle musiche composte da Marco Zurzolo ed eseguite dal vivo da Aldo Perris, insieme ad Alessio Busanca.

La colonna sonora

Perris al contrabbasso e Busanca al piano aprono lo spettacolo con una piacevole atmosfera jazz, che poi sfuma fino a tacere man mano che il monologo prende corpo. Di lì la musica si alternerà alla voce per far “prendere fiato” da tutta l’amarezza narrata, diventando a tratti l’alter-ego della vena ironica del personaggio.


Un testo di denuncia sociale

Michele Santeramo, per sua stessa ammissione “narratore di un Sud sociale, un meridione a cui appartengono le persone, un Sud fatto di storie subìte”, porta sulla scena una storia durissima, fatta di persone deviate, di drammi, tragedie subite, di vite traviate per colpe altrui.
Lo spettatore è coinvolto e colpito sin dall’inizio dalle parole che Leo porge con grande capacità di immedesimazione, mentre passa dal dolore al riso, dalla riflessione personale alle esortazioni al pubblico. Il testo ha diverse sfaccettature, compresa quella thriller, e il personaggio è capace di sentimenti, forza e grande maturità, già dalla tenera età.

È molto pesante ammettere che le realtà raccontate da questo “Poco più che persone” - alcuni fatti lasciano comunque la perplessità che possano accadere veramente - appartengano ai nostri tempi, al paese in cui viviamo.
La visione che l’autore ha delle “persone” in generale è di una massa ridicola, che si preoccupa troppo di cose trascurabili, capace di compassione di facciata, ma incapace di veri gesti umani. A queste persone, in quanto pubblico si rivolge con l’incitazione ad essere felice senza farsi rovinare le giornate da insignificanti contrattempi, in quanto le tragedie sarebbero ben altre…

Visto il 09-06-2019
al Era di Pontedera (PI)