Dopo undici anni dall'ultima rappresentazione, torna al teatro Ponchielli l'opera estrema del compositore austriaco nell'allestimento Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, Teatri s.p.a di Treviso e Teatro dell'Aquila di Fermo, per la regia di Eugenio Monti Colla che si è occupato anche di scene e costumi, fruendo della collaborazione di Roberto Gritti in qualità di light designer. Il risultato è di grande effetto cromatico: colori accesi, brillii, giochi di luce, abiti vivaci, talvolta sontuosi all'interno di una costruzione lignea con pannelli scorrevoli e siparietti dipinti che si avvicendano così da ricreare varie ambientazioni da cui ogni tanto fanno capolino animali che si muovono secondo la tecnica del teatro di animazione e una graziosissima nuvola, mossa da manovelle, sopra la quale sono collocati i tre fanciulli.
Sulla scena i cantanti si atteggiano con movenze e gestualità barocche, quasi da incantesimo, che esaltano, pur non perdendo in spontaneità, il vero intento di fondo del regista, il quale, messi da parte tutti i simbolismi illuministici, gli ideali massonici e gli elementi giusnaturalistici, vuole sottolineare dell'opera solo l'elemento favolistico, scevro di ogni intellettualismo, allo scopo di far emergere dalla metafora della fiaba l'universalità dell'anima umana indagata nel profondo dei suoi percorsi: un vero inno alla vita e all'amore.
Uno dei punti di forza dello spettacolo è senza dubbio Serena Gamberoni nella parte di Pamina: una vocalità intensa, ricca di spessore, sempre ben calibrata, unita ad una grande naturalezza di recitazione. A proprio agio e sicuri nei rispettivi ruoli anche i principali interpreti maschili: Filippo Bettoschi nei panni di un espressivo Papageno e Leonardo Cortellazzi (che abbiamo visto recentemente nella parte di Matteo Borsa nella versione televisiva del Rigoletto di Verdi firmata Andrea Andermann) nelle vesti di un Tamino dalla voce pulita; timbro vigoroso per il Sarastro di Stafano Rinaldi Milani. Grande la presenza scenica di Clara Polito che interpreta la difficile parte della Regina della notte: un'Astrifiammante piena di vigore e drammaticità, dalla voce ricca di sfumature, ma che non convince pienamente nei toni acuti e nelle agilità. Positivo il giudizio anche per Laura Catrani nel ruolo di una delicata Papagena e per le tre dame (Loredana Arcuri, Angela Nicoli, Lorena Scarlata) che sono apparse ben affiatate. Con loro: Anicio Zorzi Giustiniani (Monostato), Silvia Spruzzola (primo paggio), Beatrice Palumbo (secondo paggio), Simona Di Capua (terzo paggio), Alessandro Calamai (primo sacerdote/secondo armigero), Marco Voleri (Secondo sacerdote/primo armigero).
Vivace e brillante la direzione d'orchestra di Oliver Gooch, ottimo il lavoro svolto con il coro del circuito lirico lombardo dal maestro Antonio Greco.
Posti esauriti, grande il successo di pubblico, molti gli applausi. Lo spettacolo sarà ancora a Cremona il 24 ottobre, poi al teatro Grande di Brescia il 29 e 31 ottobre, al teatro Sociale di Como il 7 e 9 gennaio e al teatro Fraschini di Pavia il 14 e 16 gennaio.