I puristi del balletto classico potrebbero rimanere perplessi di fronte al “Lago dei Cigni” sul ghiaccio, in scena in esclusiva nazionale fino al 5 febbraio al Teatro Carlo Felice di Genova. Ma il pubblico più vasto ed eterogeneo che continua a gremire la sala del Teatro dell’Opera genovese per l’inusuale rappresentazione di un titolo di repertorio sul ghiaccio, composto anche da giovanissimi, mostra di apprezzare lo spettacolo accogliendolo ogni volta con entusiasmo e applausi a scena aperta.
Sia per allestimento scenico - se pur di gusto un po’ datato - sia per sviluppo drammaturgico e coreografico, la ripresa e adattamento del “Lago dei Cigni” di Ciakovskij-Petipa per il palcoscenico trasformato in pista ghiacciata ha tutte le carte in regola per essere considerato un lavoro che rimanda alla tradizione coreutica classica.
Il coreografo del Balletto sul Ghiaccio di San Pietroburgo Konstantin Rassadin, artista che vanta un passato ventennale nella compagnia del Teatro Kirov, avvalendosi del supporto di Mikhail Kaminov, ex campione di pattinaggio artistico, ha saputo trasferire al corpo di ballo formato da pattinatori il suo bagaglio di danzatore lavorando in direzione dell’espressività, della teatralità, dell’adattamento coreografico ai fini dello sviluppo drammaturgico.
Certo le possibilità tecniche del pattinaggio sono molto diverse quando vengono trasferite alla scena teatrale ed in particolare al vocabolario della danza classica: la maggiore velocità imposta dalla lame permette sequenze meno articolate e non consente una grande varietà di prese di coppia, ma l’effetto globale è di grande scorrevolezza e fluidità.
“Il balletto su ghiaccio è un nuovo genere di spettacolo – precisava il coreografo – si avvale di una tecnica sportiva per diventare a tutti gli effetti danza classica, rispettandone fedelmente i canoni estetici”.
L’ensemble, i solisti, i primi ballerini hanno dato prova di essere all’altezza del ruolo loro affidato: in particolare il virtuosismo del giullare di corte, l’eleganza del principe Sigfried, la delicatezza del cigno bianco, la maestosità del cigno nero, l’imponenza del mago Rothbart hanno conquistato il pubblico. Tra i momenti più lirici il passo a due del primo atto e la variazione del cigno nero; così come gli ensemble dei cigni, precisi e aggraziati.
La coreografia, pur nell’adattamento per il pattinaggio, è ben articolata e varia senza eccedere in inutili eccessi acrobatici che potrebbero far sconfinare lo spettacolo in uno “show on ice”.
Da segnalare tuttavia che, in un contesto che richiama manifestamente la tradizione del balletto, scandito dall’eccellente esecuzione orchestrale che ha visto sul podio l’applauditissmo Arkady Shteynlucht, il pas de quatre dei cignetti nel primo atto e le danze spagnola e napoletana del secondo atto, meriterebbero maggiore temperamento e una più pulita esecuzione per avvalorare appieno la natura stessa dell’opera e le sue chicche.
Insomma, il balletto sul ghiaccio avvince e sorprende permettendo ad un più vasto pubblico di avvicinarsi al mondo della danza classica. In questo senso crediamo che vada inteso il suo inserimento in un cartellone di teatro d’opera. E molti spettatori giovani a partire da questa esperienza più accessibile forse sentiranno la curiosità di avvicinarsi alle produzioni di balletto tradizionali.