Andrea Buscemi nella sua versione del malato immaginario ha apparentemente alimentato la presunta ossessione di Molière nei confronti della medicina e dei medici. Del resto basta una semplice lettura di alcune opere del drammaturgo per imbattersi diverse volte nel personaggio del medico, che sembra essere direttamente preso di mira da parte dell'autore (basti pensare a' L'amore medico' del 1665 o al successivo 'Il medico per forza' del 1666 sino al celebre' Il malato immaginario' del 1673). Ma l'opera messa in scena al teatro della Versiliana dal grande attore toscano va oltre con una approfondita rivisitazione dell'ipocondriaco Argante, che manifesta tutte le insicurezze dell'animo umano con una eccezionale mimica facciale ed un' espressività dialogante dove i toni ed i ritmi della parola acquisiscono incisività ''sottotraccia''.
In scena oltre ad Argante tre donne , la saggia governate Tonina, la perfida moglie Belinda, la fresca figlia Angelica con il suo spasimante Cleante ed il medico dott. Purgone, interpretato dal bravissimo Nicola Fanucchi . Quest'ultimo ha il merito di aver impresso il giusto ritmo ai troppo rapidi dialoghi delle tre donne nella rappresetazione dell'ancora oggi attuale conflitto tra medico e paziete/cliente. Tonina ( Laura Castellana sulla scena) è praticamente l'antesignana delle problematiche tra badante ed assistito, come del resto Belinda ( Nathalie Caldonazzo, bella e con grande personalità)ripropone il tema della fiducia tra coniugi con diverse età anagrafiche.
Quindi è scontata la contemporaneità di quest'opera, dove perfino il tema della libertà dei giovani di condividere i propri affetti senza ostacoli familiari di nessun tipo, sembra strizzare l'occhio ad alcune situazioni attuali. Insomma intelligente lavoro dove è necessario seguire e valutare lo svolgimento della trama ( traccia) senza perdere di vista i profondi temi proposti ( sottotraccia)