Prosa
IL MATTINO HA L'ORO IN BOCCA

Impegno e partecipazione

Impegno e partecipazione

Politica? No, grazie. No, a me non interessa la politica. Ah io, quando si parla di politica al telegiornale, cambio canale! Destra e sinistra? Ma i politici sono tutti uguali… Quanto volte ci sarà capitato di sentire, e forse di pronunciare, queste frasi? A pensarci bene, è il  sintomo di una società disgregata e rassegnata, che ha perso il vero significato della parola politica: un insieme di attività di alto valore civile e morale, intimamente collegate al nostro essere (semplicemente?) cittadini. Recuperare questo significato è uno degli obiettivi del progetto teatrale W.I.S.E., (Workshop Identity: a Story about Europe, acronimo che, in italiano, significa Laboratorio di identità, una storia sull’Europa), nato da un confronto europeo sui temi della politica e della democrazia. Il risultato è stato un  grande romanzo di formazione, composto da dodici capitoli, tre dei quali curati dall’Italia e gli altri da Germania, Gran Bretagna e Polonia. Anche l’esordio è tutto italiano: Sonia Antinori, infatti, ha scritto e diretto, con Heidrun Kaletsch, il primo capitolo, intitolato Il mattino ha l’oro in bocca, andato in scena, in esclusiva regionale e in prima nazionale dopo una residenza di riallestimento, al Teatro Feronia di San Severino Marche venerdì 4 marzo in due turni di cui uno al mattino riservato alle scuole superiori.
Lo spettacolo si presenta come una serie di racconti, immagini e pensieri raccolti grazie alla testimonianza di uomini e donne che hanno speso gran parte della loro vita in un serio impegno politico e sociale, che si sono messi, cioè, al servizio di altri. Tre giovanissimi attori (Desirée Domenici, Giacomo Lilliù e Giulia Salvarani) hanno restituito questi frammenti e “schegge di idee”, come la stessa Sonia Antinori li ha definiti, al pubblico in una forma vivace che tocca momenti di profondo coinvolgimento emotivo e altri di più rilassata ma pungente ironia; mentre due testimoni (Mauro Maggini e Loredana Barbanera) sullo sfondo restano a guardare. Viene dipinto un grande affresco della storia del nostro paese dal dopoguerra a oggi: il boom economico degli anni Cinquanta, i rivolgimenti mondiali degli anni Sessanta, i partiti e i politici degli anni Settanta; poi, piano piano, si percepisce la nebbia che comincia ad avvolgere idee e concetti, come quelli  di destra e sinistra, tanto che per politici di oggi... No, basta, non voglio nemmeno sentirli imitare! Eppure c’è stata una stagione di  fiducia, di ottimismo, di speranza, di orizzonti nuovi. Il rischio è che venga perduta, che la memoria storica delle nuove generazioni viva un black out pericoloso e si ritrovi a galleggiare, inerte, in un mondo senza sostanza né forma: “chi era Moro? Di che partito? Quand’è che venne ucciso?” Si chiede ad un certo punto un’attrice sul palco, rivolta al pubblico. E qualcuno dalla platea risponde. Perché ci sono eventi che è impossibile dimenticare. Allora la narrazione diventa uno strumento indispensabile per conoscere e riconoscersi, per uscire da una crisi di idee e ideologie, per capire e vivere con consapevolezza il nostro ruolo di cittadini d’Italia e d’Europa. Ecco,  questo articolato e polifonico progetto ci prova: non dà risposte o soluzioni, perché non è questo compito del teatro, ma pone domande e dubbi, costringendoci a un’accurata riflessione sui nostri comportamenti. Politica? Sì, grazie: la rivogliamo indietro.

Visto il 04-03-2016
al Feronia di San Severino Marche (MC)