Eterna e conflittuale vicenda di Shylock: outsider alle prese con i pregiudizi della comunità . Dramma agre e intrighi d’amore conditi da maledizioni e giuramenti proferiti nelle livide notti veneziane Non tutto quello che finisce bene è davvero bene. Shylock, più vittima che carnefice, subisce senza alcuna difesa, la “giustizia cristiana”, sempre cinica e bara. Una sentenza impietosa pronta a infliggere all'odiato ebreo un destino di povertà e apostasia.
Dramma shakespeariano in chiave pop
Lettura pop per un dramma classico dai discussi significati. Allestimento diretto da un Valerio Binasco in vena rivoluzionaria. Venezia diventa così una città in chiave moderna: oscillante e indecisa tra i ruggenti anni 20 e un confuso stile psichedelico stile anni’60.
Scena pacchiana e fissa Tentativo di creare con pochi quanto basilari cambi di scena e illuminotecnica l’alternarsi tra la corte della ricca Porzia e gli scenari della vita veneziana.
Tono e carattere della messa in scena gestiti in stile beffardo e palesemente sopra le righe. A questo proposito la “Popular Shakespeare kompany” ha il raro dono di ottenere un totale effetto di appiattimento e banalizzazione dei personaggi. Su tanta omogeneizzazione spicca, con pochi quanto rari picchi drammatici, l’interpretazione di uno Shylock (Silvio Orlando)a tratti stentato nel tentativo di apparire straniero e negletto.
Binasco tenta percorsi nuovi, s’impegna nel cercare di creare caratteri controversi e conflittuali, con l’unico risultato ottenuto, produrre una lettura facilitata e ben poco originale. Tematiche e personaggi convenzionali e sintetizzati in chiave bignami per un “mercante” tutto da dimenticare.Spettacolo dedicato ai neofiti del bardo. Pubblico divertito e palesemente svagato. Performance da destinare alle scuole ...Shakespeare è ben ALTRO!