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IL METODO GRöNHOLM

Il teatro che si misura con l…

Il teatro che si misura con l…
Il teatro che si misura con le vicende del mondo contemporaneo accetta la sfida di affrontare questioni originali dovendo scegliere il linguaggio con cui raccontare le cose nuove. Diciamo subito che questo testo di Galceràn riesce in misura soltanto parziale a soddisfare questa premessa. La situazione "sperimentale" di un colloquio di lavoro – svolto secondo gli schemi ultramoderni del gioco di ruolo e della competizione individuale – è occasione per esplorare i rapporti interpersonali dei candidati e far emergere comportamenti e scelte orientati all’etica “aziendale” piuttosto che a quella sociale. Tuttavia l’originalità del testo sembra consumarsi nell’inventare situazioni "estreme", nell’esibire l’ampiezza della separazione tra uomo e lavoratore, senza indagare i percorsi delle scelte e i contesti umani che le hanno motivate. Si ha, anzi, l’impressione che l’autore condiscenda a costruire sulla scena delle maschere espressioniste e si accontenti di farle agire come figure da commedia, efficaci nel loro ruolo ma povere di spessore drammaturgico. Il testo è comunque sostenuto da una scrittura abbastanza ritmata che utilizza con padronanza diversi espedienti narrativi, come il frequente cambio di prospettiva sui reali rapporti tra i protagonisti. Più debole l’explicit, vagamente moralista, che peraltro sembra ribaltare il senso dell’episodio di cronaca cui l’autore si sarebbe ispirato. La regia asseconda il carattere “comico” del testo, enfatizzando i momenti brillanti e le battute più farsesche; un colore forse troppo accentuato, se in alcuni momenti la risata del pubblico arriva perfino sulle scene più “riflessive” (come quella della “rivelazione” personale di uno dei candidati). Sinceramente evitabile il minuto di gag televisiva in cui uno dei protagonisti fa le imitazioni di alcuni personaggi politici. Tra gli attori emerge per presenza scenica Maurizio Donadoni, i cui ritmi e la cui recitazione riescono a sostenere anche qualche debolezza di scrittura; apprezzabili anche le prove di Tony Laudadio, Enrico Ianniello e Nicoletta Braschi. Il pubblico ride, osserva e commenta (anche in pieno spettacolo), ma alla fine l'applauso è tiepido. Teatro Bellini - Napoli, 30 gennaio 2007
Visto il
al Odeon di Molfetta (BA)