IL MIO TEATRO NUDO

Ultimo di quattro appuntam…


	Ultimo di quattro appuntam…

Ultimo di quattro appuntamenti speciali. La rassegna “Teresa Pomodoro e il suo teatro” si è conclusa con la serata dal titolo “Il mio teatro nudo”, un incontro totalmente gratuito, come da tradizione per il Teatro Mo’hma, volto a ricordare la figura della sua fondatrice nell’anno del ventennale. Uno spazio artistico inusuale, quello del Mo’hma, nato nel 1994 sull’idea che quella teatrale non debba essere un’arte d’èlite, fruibile da pochi, ma a servizio della società e nella società, a disposizione di tutti.

Non poteva essere altrimenti per Teresa Pomodoro, scomparsa nel 2008, che oltre ad aver avuto l’intuizione di installare un teatro nella sede nell’ex Palazzina dell’Acqua Potabile di Via Orcagna, è stata un’artista dalla particolare sensibilità, attenta a quelle realtà sociali spesso tenute ai margini. Fermamente convinta che esistesse un modo diverso di concepire l’arte e il teatro in particolare, Teresa Pomodoro intendeva quest’ultimo come lo strumento per raccontare le storie degli esclusi, degli emarginati, rendendoli però protagonisti e non solo spettatori. Un percorso professionale arduo ma avvincente il suo, ben illustrato nel monologo che ha dato il titolo alla serata celebrativa e eccelsamente interpretato da Licia Maglietta, voce di mille volti, solo rievocati dal racconto ma facilmente ricostruibili dalla fantasia e immaginario di ciascuno di noi. Una lezione di vita, di quella vita che però si svolge dietro le sbarre, quella dei detenuti, il cui recupero per un successivo re-inserimento nella società rimane spesso solo un proposito sulla carta. L’intenso racconto, andato in scena per la prima volta nel 2003 nell’aula bunker di S. Vittore eccezionalmente aperta al pubblico, riproposto a distanza di poco più di dieci anni, non ha perso il suo carattere dirompente e, al contempo, poetico e delicato, in cui accanto alle immagini di celle, proteste e lamenti, notti insonni si avvicendano anche altre, di fiori (non consentiti in carcere), sogni di libertà, colori… “gli unici latitanti a cui non si da la caccia lì dentro”.

Una narrazione quella affidata alla Maglietta - magnetica e ammaliante sul piccolo palco del Mo’hma dietro al leggio - inframmezzata ma spesso dolcemente accompagnata dalle musiche dal vivo dei ‘Suoni Oltre’, posizionati alle spalle dell’interprete con i rispettivi strumenti, dietro alle grate di un ipotetico IV raggio che, non a caso, a S. Vittore ospita l’infermeria e le celle dei detenuti più a rischio, i più disperati a cui si è cercato di dare la possibilità di sfogare rabbia, tensioni e frustrazioni, avvicinandoli ad opere di Aristofane e Shakespeare. E così, rievocando la visione labirintica e straniante del penitenziario attraverso musica e parole, il teatro ‘nudo’ di Teresa Pomodoro fa si che i dimenticati possano, per una volta almeno, essere visti come uomini veri.

Visto il 19-06-2014
al No'hma Teresa Pomodoro di Milano (MI)